Perché non parlare dei promossi?

In questi giorni i quotidiani nazionali hanno fatto a gara (e ci si è messo anche il Miur) a diffondere dati – rigorosamente molto molto provvisori – sugli studenti bocciati.

Da una parte la stampa ad affermare, pur con i pochi dati a disposizione, che quest’anno i bocciati sono stati meno di quelli dell’anno scorso; dall’altra i comunicati del Miur che, sempre con dati minimi a disposizione, affermano il contrario, con sensibili aumenti rispetto al 2008-09 degli studenti bocciati e di quelli non ammessi a causa del cinque in comportamento.

L’insistenza sull’esposizione di questi dati negativi nasconde forse il compiacimento su quanto è successo. 

In attesa di conoscere i dati veri e definitivi su questa vicenda (e, se è possibile, di conoscere anche quelli dello scorso anno per un utile confronto), ci si consenta una riflessione che prescinde dal fatto che i bocciati siano in aumento o in diminuzione.

Ci sono due modi diversi per leggere questa realtà degli esiti finali dei nostri ragazzi: il successo o l’insuccesso scolastico degli studenti, cioè i promossi e i non ammessi.

Stampa e Miur hanno preferito soffermarsi sul bicchiere mezzo vuoto (l’insuccesso, la bocciatura), anziché sul bicchiere mezzo pieno (il successo, la promozione).

Se compito della scuola è portare gli alunni al successo formativo e a più elevati livelli di apprendimento, prevenendo e contrastando l’insuccesso scolastico, parlare solamente di alunni non ammessi, significa mettere in vetrina soprattutto e soltanto il mancato conseguimento dell’obiettivo fondamentale del sistema di istruzione, quasi compiacendosene.

Si può capire come per gli organi di stampa faccia più notizia quel che non riesce, ma da parte del Miur ci sarebbe piaciuto (e ci piacerebbe ancora) conoscere, prima di tutto, qualche notizia sul successo degli studenti, sui promossi e, magari, su quelli con eccellenza, anziché vedere soltanto dati dei non ammessi, di quelli con giudizio sospeso oppure di bocciati per il voto insufficiente di comportamento.

Capiamo che anche gli aspetti negativi fanno parte della realtà, ma mettono in evidenza l’insuccesso di migliaia di ragazzi (cosa di cui non ci si può certamente compiacere) e, in modo eccessivo, anche l’insuccesso del sistema di istruzione.