Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Perché l’incidenza del precariato è diventata patologica

Virtualmente le assunzioni in ruolo dovrebbero essere effettuate su tutti i posti vacanti. Ma non si tratta di un adempimento automatico da parte dell’Amministrazione scolastica, perché la legge 449/1997 dispone che le assunzioni devono essere autorizzate dalla Presidenza del Consiglio sentito il Ministero dell’Economia e Finanze.

In questo modo, se il numero delle immissioni in ruolo non copre i posti lasciati liberi per pensionamento (è successo nei primi anni di questo decennio), occorre ricorrere alla nomina di docenti con contratto a tempo determinato. Se non vi sono autorizzazioni di assunzioni (è capitato per due anni nel 2002/03 e nel 2003/04), ovviamente il livello di docenti con contratto a tempo determinato si alza in modo preoccupante.

Due altri fattori hanno inciso sensibilmente in modo concomitante all’aumento dei docenti con contratto a tempo determinato in quel periodo: sostegno in deroga e scompenso tra organico previsionale e quello di fatto.

Sostegno: vi è stato l’aumento costante del numero di posti di sostegno in deroga (da riservare per legge solo al personale a tempo determinato), più che raddoppiato dal 98/99, quando era sotto le 20mila unità e arrivato a quasi 47mila nel 2006-07.   

Riguardo a organico di diritto (previsionale) e situazione di fatto, nel 2006-07 – ad esempio – vi è stata una differenza di quasi 2.500 classi in più (erano state previste 375.722 e ne sono state attivate effettivamente 378.034) che hanno comportato 7-8 mila nomine precarie in più.

Il resto, come era sempre avvenuto in quegli anni, lo ha fatto il turn over.

Insomma, una politica degli organici dipendente dalle ragioni di bilancio ha compromesso la stabilizzazione nella scuola e alimentato le nomine precarie, a danno della continuità educativa e della qualità dell’offerta formativa, soprattutto nella scuola secondaria.

Prima del 2000 docente precario voleva dire soprattutto professore di scuola secondaria superiore con contratto a tempo determinato, perché negli altri settori l’incidenza di insegnanti non di ruolo era poco più che fisiologica.

Dal 2001-02 anche nella scuola media aumenta sensibilmente la presenza di docenti precari, raggiungendo in breve tempo le stesse percentuali di professori precari della secondaria superiore. E negli ultimissimi anni i precari della scuola secondaria di I grado hanno fatto segnare – in termini percentuali – addirittura il sorpasso con una media del 21% di professori precari.  

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