Perché inserire le modifiche del primo ciclo dentro il decreto per il secondo ciclo?

La legge delega prevede che i decreti legislativi di riforma possono essere modificati e integrati entro 18 mesi dalla loro entrata in vigore.
Il decreto legislativo sul primo ciclo varato lo scorso anno, e che ha avuto un’attuazione contrastata con punte di forte critica, è tuttora atteso a questo appuntamento di assestamento che scadrà tra poco più di quattro mesi, proprio all’inizio delle lezioni del suo secondo anno scolastico di applicazione.
L’interrogativo che circolava fino ad alcune settimane fa era: il ministro Moratti è disposta a dare ascolto alle proposte di modifica?
L’accoglimento della proposta dello Snals per l’aumento dell’orario obbligatorio (e con esso delle ore d’insegnamento dell’inglese) nella ex-scuola media potrebbe essere un segnale.
La modifica è già stata formalizzata in un testo di decreto, ma – ed è qui la sorpresa – anziché essere compresa, come la legge farebbe pensare, all’interno di una disposizione specifica per il primo ciclo, è stata inserita invece nella nuova versione del decreto per il secondo ciclo.
Poiché è pensabile, viste le richieste avanzate in questi mesi dalle scuole, che vi siano altre modifiche possibili (con il tutor al centro), perché non approntare un testo di emendamenti appositamente per il primo ciclo?
Probabilmente la risposta sta nel fatto che l’inserimento della modifica, anche se improprio rispetto alla natura dell’intero testo di decreto sul secondo ciclo, ha un’immediata visibilità che consente al Miur di giocare una carta nella ricerca di consenso in campo sindacale.
Se mai verrà approntato uno specifico testo integrativo per il primo ciclo, devono aver pensato ai piani alti di viale Trastevere, sarà facile tecnicamente trasferirvi la modifica dell’orario di inglese.