Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Per risolvere i problemi, occorre ripartire dalla scuola

Sul tema dell’integrazione culturale e dei giovani, ci ha scritto la nostra lettrice Daniela Turci, dirigente scolastico e consigliere comunale del Pd a Bologna. Volentieri ne pubblichiamo il testo.

Invitiamo tutti gli altri lettori a partecipare e a discutere questa lettera, o a proporne di nuove, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Il mio contributo è dedicato a un tema che, seppur ampiamente dibattuto, mi pare poter dire costantemente disatteso nelle sue declinazioni culturali e di progettualità amministrativa. E’ come se bastassero le riflessioni degli “addetti ai lavori” - sociologi, storici, intellettuali – per sentirci a posto la coscienza come politici, di ogni livello, e amministratori.

Il tema in questione riguarda due ambiti strettamente intrecciati: quello della integrazione di tradizioni culturali, religiose e civili diverse – gli immigrati di prima e seconda generazione e la grande questione giovanile, in particolare adolescenza e post adolescenza. Credo che l’esito della relazione tra queste due aree tematiche, che oggi si configura come una mina vagante, sia uno dei problemi di più difficile approccio che attende l’amministrazione della città nei prossimi 20 anni.

Non vorrei che la pur necessaria attenzione che si dedica alla città metropolitana, al primato di Bologna come polo di creatività, al “sistema cultura” si trasformasse in uno sforzo pur intelligente che però dimentica i fattori concreti della realtà. Insomma, vigiliamo affinché la cura delle eccellenze che giustamente l’amministrazione della città dovrà perseguire non ci faccia dimenticare quei nodi che, se sottovalutati, possono rallentare o far apparire inutili e superflui gli sforzi in tal senso.

Auguriamoci di non dover dire, quando nei prossimi anni la coesistenza e la prossimità di vita di diverse culture, razze e tradizioni sarà il pane quotidiano delle giovani generazioni e i conflitti, più o meno gravi, o più semplicemente le incomprensioni e le difficoltà potrebbero essere distribuite non solo in alcune aree ma in tutta la città, che abbiamo guardato sì in alto ma poco intorno a noi. Perché tutti coloro che si occupano a diverso titolo dei giovani e della loro ricchezza, della loro creatività, dei loro bisogni e anche del loro disagio sanno che prima o poi arriva un tempo in cui i giovani tirano le conclusioni e reagiscono anche con durezza alle contraddizioni, alle diseguaglianze, all’interesse di pochi e di alcune sofisticate élite in sfregio del bene pubblico e della possibile realizzazione di tutti: diritto allo studio, all’accoglienza, allo sport e alla ricreatività, al lavoro, a degli spazi abitativi vivibili, ad un accesso alla cultura che sia popolare – diciamola questa parola senza vergogna – e non snobistico o chic.

A Bologna ci sono già tante realtà, associative, di volontariato, le parrocchie e i movimenti, soggetti culturali che lavorano da anni in questa direzione e con queste preoccupazioni. A volte loro, più ancora delle statistiche, hanno il polso della situazione. L’Amministrazione dovrà coinvolgerle, e non pro forma, in un cammino realista, previdente di buon governo. Non possono esserci, in un buon governo della città, due Bologne; una che si progetta ad alta velocità ed una rallentata.

Permettetemi un esempio di tutto questo su ciò che mi è caro: la scuola. Vedete, della scuola molti, soprattutto tra coloro che governano il Paese, parlano male, dei suoi risultati, delle sue pratiche, di chi ci lavora. E noi protestiamo contro quelli che ne parlano male, fornendo numeri sulle mancate risorse, sui tagli, sulla penalizzazione dell’offerta formativa. A livello nazionale e a livello locale la scuola sembra un bambino conteso tra genitori litigiosi. Io mi chiedo: ma la scuola qualcuno la ama ancora? La pensa come il centro non solo di una disputa politica ma come luogo del sapere? Ecco lasciatemi dire che la scuola è rimasta forse l’unico luogo di vera democrazia che tutti i cittadini sperimentano nel nostro paese; l’ tutti partono alla pari, con le stesse chance. Vorrei che chi amministrerà Bologna impari dalla scuola. Si impegni perché la città possa essere un luogo di opportunità per tutti. Soprattutto per coloro che oggi sono convinti, quasi rassegnati a non averne.

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I lettori di tuttoscuola.com che vogliono dire la loro su questi argomenti, possono farlo, scrivendo a la_tribuna@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà gli interventi più significativi. Analogamente, coloro che vogliono presentare contributi originali su cui discutere, possono scriverci usando il medesimo indirizzo la_tribuna@tuttoscuola.com.

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