Per la sua riforma Letizia sfoglia la Margherita: passa, non passa…

Non è molto usuale per l’attuale ministro dell’Istruzione partecipare a convegni e convention, soprattutto se organizzati dall’opposizione. Tra tutti i ministri dell’attuale Governo è quella che ha rilasciato meno interviste e partecipato al minor numero di convegni.
Letizia Moratti però questa volta ha fatto un’eccezione e ha deciso di partecipare al convegno che la Margherita ha organizzato per martedì 15 luglio a Roma, presso l’ex Hotel Bologna in Via Santa Chiara, 5 per discutere di “Innovazione, ricerca, istruzione e formazione”. Perché questo “strappo alla regola”?
Le ragioni della sua presenza al convegno – da non considerare come una semplice cortesia istituzionale – possono essere diverse, ma fanno capire che il ministro vuole rompere l’isolamento politico in cui si è venuta a trovare dopo l’approvazione a maggioranza della legge 53/2003 e, soprattutto, dopo lo stop imposto al suo primo decreto di attuazione della riforma.
Non può non avere colto lo stato di diffuso disorientamento e, talvolta, di contrarietà alla “sua” riforma anche nel mondo della scuola e in quelle aree sociali del Paese che le dovrebbero essere amiche e che hanno diverse affinità con quelle rappresentate dalla coalizione guidata da Rutelli.
Potrebbe presentarsi in casa della Margherita per invitare alla collaborazione e al sostegno per l’attuazione della “sua” riforma.
Se questo sarà il messaggio, non potrà non esserci da parte sua qualche apertura a rivedere le ipotesi dei suoi decreti. Del resto il ministro si sarà reso conto che nelle situazioni di difficoltà occorre coraggio ed equilibrio per superare chiusure che impediscono la ricerca di soluzioni. Sono ancora molte le questioni aperte su cui misurare le decisioni politiche. Le diversità di vedute non vanno lette come forme di disturbo ma come contributo positivo per il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, che è un’esigenza obiettiva e non di una sola parte politica.