Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Partigiani in erba ed è già polemica

Gli alunni di una prima classe di scuola media di Monza sono stati iscritti in blocco all’Associazione nazionale partigiani d’Italia, l’ANPI.
Anche se l’insegnante, consigliere comunale DS, che ha portato in porto l’iniziativa assicura che tutte le famiglie hanno dato il loro assenso all’iscrizione di quegli undicenni al loro primo anno di scuola media, nell’originale iniziativa vi è più di un aspetto sorprendente.
Il primo riguarda l’iscrizione ad un’associazione di cui fanno parte solamente persone adulte che hanno fatto della guerra – giustificata e “necessaria” – la propria ragione di vita. Comprendervi bambini sembra, quanto meno, poco naturale.

Nel proprio statuto l’Anpi comprende come soci d’onore “i familiari dei Caduti nella guerra di liberazione e di coloro che, come prigionieri politici o razziali o vittime di rappresaglie o come ostaggi o perseguitati politici o razziali, furono assassinati dai nazifascisti o comunque siano deceduti in seguito a ferite o malattie riportate durante la guerra di liberazione”.
L’iscrizione onoraria degli undicenni di Monza va ben oltre le previsioni dell’Associazione.

Altro aspetto inconsueto è che l’insegnante che ha promosso l’iniziativa per l’iscrizione è docente di educazione fisica. Va bene la collegialità e la compensazione tra discipline, ma sembra quanto mai anomalo il fatto che ad occuparsi di iniziative culturali del genere non siano docenti di italiano o di storia.
Qualcuno ironicamente ha già parlato di “balilla”, ma, senza arrivare a tanto, c’è da chiedersi: ma non bastava parlare di Resistenza e avvalersi delle testimonianze dei Partigiani in classe?

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