Quel miliardo per la scuola previsto dal decreto legge di agosto (n. 104 del 14 agosto 2020) dovrebbe servire a integrare il miliardo (esattamente 977 milioni) già finanziato con il decreto legge n. 34 “Rilancio” (convertito dalla legge 77). Del nuovo miliardo, 80 milioni serviranno, tra l’altro, per affitti di locali esterni, noleggi di strutture temporanee, nonché per spese derivanti dalla conduzione di tali spazi e del loro adattamento alle esigenze didattiche. Come già avvenuto per il DL 34, i restanti 920 milioni del nuovo DL 104 dovranno avere, come prioritaria destinazione, l’organico aggiuntivo necessario per fronteggiare il bisogno di nuovo personale scolastico segnalato dalle istituzioni scolastiche.

Diversamente da quanto disposto con il decreto interministeriale del 5 agosto scorso, è augurabile che non siano assegnate risorse a pioggia senza una finalità strettamente correlata alla situazione dell’emergenze epidemiologica.

Ci riferiamo a quel mezzo miliardo circa assegnato agli Uffici scolastici regionali in base alla maggior consistenza della popolazione scolastica, destinato a retribuire circa 25 mila tra docenti e Ata con contratto a tempo determinato.

Se l’intento di quel finanziamento era quello di contrastare le classi pollaio, la mancata indicazione di un parametro di sbarramento (ad esempio, limite inderogabile di 25 alunni per classe) eventualmente riferito alle sole classi iniziali, ha reso inefficace l’impiego di quella quota parte di risorse. Non uno spreco, ma un impiego non strettamente necessario in questa fase.

Probabilmente, se questa soluzione era stata effettivamente ipotizzata, il MEF potrebbe averla stoppata per il timore degli effetti di trascinamento della spesa per gli anni futuri.

Nell’impiego del nuovo miliardo si ripeterà lo stesso errore con spreco di risorse che, molto più opportunamente, dovranno invece essere destinate esclusivamente agli organici aggiuntivi richiesti dalle istituzioni scolastiche?