Orario di 50 minuti e rispetto del contratto

Continua la discussione sull’orario ridotto degli insegnanti e dell’eventuale recupero per le supplenze. A rispondere all’intervento di S.R. è il lettore Michelangelo Ferragatta. Invitiamo gli altri lettori a dare i loro contributi e testimonianze sul tema, scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.
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Gentilissimi

Sono un insegnante felicemente in pensione da settembre 2006; ciò non toglie che mi occupi ancora di scuola a livello di volontariato e mi indigni sovente per quanto fanno e subiscono i docenti .

Sono rimasto molto stupito nel leggere il commento firmato S.R., in risposta all’insegnante Roberto Folcarelli, a proposito della riduzione oraria e della quasi gioia con cui si scrive di recupero orario da parte dei docenti in proficue attività.

Ricordo che la normativa, anche nel CCNL 06-09 (art.28 comma 8), è ancora regolata dalle CC.MM. 243/79 e 192/80 qualora si tratti di riduzione per cause di forza maggiore estranee alla didattica e deliberata dal consiglio di circolo o di istituto. Per quanto vetuste sono ancora citate nel CCNL e quindi vanno osservate, al di là di personali giudizi di merito.

Con alcuni colleghi ho sostenuto una lunghissima vertenza presso l’IPSIA A. Gobetti Marchesini di Torino dove, per ore tutte ridotte a 50 minuti causa pendolarismo studenti, era richiesto il recupero di un’ora settimanale, da parte dei docenti, prevalentemente in supplenze varie.

Dopo una risibile detrazione stipendiale fatta a noi docenti fannulloni e non pronti al recupero e motivata con la voce sciopero, il giudice del lavoro di Torino (I e II grado) e poi la Corte di Cassazione (fece ricorso il Dirigente Scolastico attraverso il gratuito patrocinio dell’avvocatura dello Stato) hanno stabilito che nessun recupero è dovuto essendo la riduzione non didattica ma per causa estranea.

Dopo il reintegro stipendiale ai docenti, la scuola (ovviamente non il DS protetto dall’avvocatura dello Stato) pagò pure alcune migliaia di euro di spese giudiziarie.

Purtroppo molti docenti cadono nell’equivoco, spesso gradito ai dirigenti che così fanno fare ore di lezione/supplenza non pagate, di considerare la riduzione oraria sempre didattica, di deliberarla nel collegio dei docenti e quindi di organizzarne il recupero (supplenze in classi proprie e non). Alcuni docenti considerano ciò come una sorta di espiazione in quanto pagati per 18 ore ma lavoratori per 15-16.

La categoria dovrebbe essere più attenta al proprio contratto di lavoro perché sovente ignorando i propri diritti si ignorano anche i propri doveri, con conseguente discredito di tutta la categoria come il passato e il presente dimostrano ampiamente.

Michelangelo Ferragatta

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