Oltre le elezioni RSU: la leadership sindacale in Italia

Quali sindacati si propongono alla guida della scuola italiana nelle varie province, dopo le elezioni delle RSU? Essere alla guida della scuola significa non soltanto avere forte presenza nelle RSU di istituto, ma anche esercitare influenze significative sul territorio in materia di politica scolastica.
Nel 2000, in occasione del primo voto per le RSU, la leadership sindacale nelle 100 province italiane venne distribuita quasi equamente in tre parti: una parte alla Cgil-scuola (sindacato con le liste più votate in 35 province), un’altra parte alla Cisl-scuola (sindacato maggioritario in 34 province) e una terza parte, infine, agli altri sindacati in lizza (risultati maggioritari al voto nelle restanti 31 province).
Con le elezioni RSU del 2003 la mappa del leadership cambia radicalmente e, secondo dati ufficiosi pubblicati (www.cgilscuola.it), vede la Cgil-scuola conquistare la posizione preminente in altre 26 province oltre alle 35 già occupate in precedenza, al punto che ora 61 province su 100 la vedono leader indiscussa.
La Cisl-scuola perde la leadership in 11 delle 34 province dove nel 2000 era prima, e conquista solamente una nuova provincia, attestandosi in testa a 24 province.
L’Uil-scuola perde 6 delle 9 occupate e ne conquista 2: è prima in 5. Lo Snals perde 7 delle 15 occupate e ne conquista 2: è prima in 10. Gilda perde tutte le 6 province che l’avevano vista in testa; i Cobas perdono l’unica provincia che avevano.
I conti vanno rivisti oggi così: la Cgil-scuola (leader in 61 province) e gli altri (39 province).
Nelle grandi città (le 10 maggiori per numero di elettori RSU-scuola) la leadership attuale è questa: la Cgil-scuola è maggioritaria a Napoli, Milano, Roma, Bari, Catania, Torino e Salerno, mentre la Cisl-scuola lo è a Palermo, Caserta e Cosenza.
In allegato la situazione per tutte le province italiane.