Ocse-Pisa/2. Ma permangono gravi squilibri

Il confronto sulla competenza di lettura ha evidenziato un sostanziale recupero rispetto alle indagini 2003 e 2006, quando si era registrato un preoccupante abbassamento dei livelli di competenza dei nostri quindicenni rispetto alla prima indagine comparativa Pisa, quella del 2000. Recupero che ha riguardato in particolare le quattro regioni meridionali beneficiarie degli interventi comunitari dell’Obiettivo Convergenza – Campania, Calabria, Sicilia, Puglia – ma soprattutto quest’ultima regione, che, grazie alla consolidata esperienza dirigenziale di Lucrezia Stellacci, a capo dell’USR pugliese, ha potuto godere di una efficace azione di gestione territoriale della rilevazione, anche in virtù di una piena utilizzazione delle risorse finanziarie di provenienza europea, per l’informazione e la formazione dei docenti, determinante quest’ultima anche secondo l’Ocse.

In classifica gli studenti italiani sono risultati 29esimi su 74; nel 2006 erano stati 33esimi su 57.

Il nuovo livello raggiunto in lettura riporta l’Italia pressoché ai valori del 2000, quando il punteggio medio finale era stato di 487 punti, 13 punti sotto la media Ocse di 500; ora il punteggio medio è di 486, solo 7 punti sotto la media Ocse, scesa a 493 probabilmente per l’ingresso di molti paesi a minore scolarità (nel 2006 il ritardo dell’Italia era stato di ben 23 punti).

Dal punto di vista dell’equità del sistema, invece, l’Italia non ha fatto progressi: resta enorme il divario tra le diverse regioni e tipologie di scuola, e anche tra i risultati degli studenti migliori e quelli dei peggiori, dovuto in Italia, a quanto risulta dall’indagine, più alla qualità della formazione ricevuta che allo status socioeconomico e culturale delle famiglie di provenienza.