Nuovo Regolamento di Contabilità: gli obiettivi

Nell’affannarsi di tante scuole intorno ai nuovi strumenti di bilancio e alle modifiche introdotte dal recente Regolamento di contabilità (D. Lgs. 129/2018), rischia di sfuggire il disegno complessivo alla base di tutto ciò. Per fortuna, verrebbe da dire, perché non si tratta di valutazioni particolarmente elogiative per il sistema scuola italiano, che è in affanno su vari fronti per un’articolata serie di motivi. Ne abbiamo parlato nel numero di marzo di Tuttoscuola in un articolo di Rita Manzani Di Goro, presidente A.Ge. Toscana.

Clicca qui e scopri il numero di marzo di Tuttoscuola

Di seguito i motivi per i quali la scuola sarebbe in affanno:

“- accorpamento delle istituzioni scolastiche (da circa 12.600 scuole nell’anno 2000 a circa 8.500 nell’anno 2017) e progressivo incremento della complessità gestionale, a fronte di un processo di utilizzo delle leve di ‘gestione aziendale’ (programmazione e controllo della spesa, sviluppo di competenze manageriali, sistemi di monitoraggio e controllo) non ancora maturo;
– frammentarietà e complessità della normativa di riferimento, nonché delle prassi interpretative e relativa non completa armonizzazione dei processi delle istituzioni scolastiche rispetto a determinati adempimenti, quali, ad esempio, l’obbligo di utilizzo del protocollo OIL, la fatturazione elettronica, l’utilizzo di strumenti di aggregazione della domanda nelle procedure di acquisto, la gestione dei residui attivi e passivi nel bilancio, ecc.;
livello di digitalizzazione dei processi non ancora completo, anche con riferimento alla dematerializzazione degli atti e alla saturazione degli spazi fisici per l’archiviazione dei documenti, ecc.;
difficoltà da parte delle istituzioni scolastiche nell’attuazione delle norme in materia di acquisti di beni e servizi derivante dalla complessità della relativa disciplina che richiede competenze professionali specialistiche”.

In buona sostanza: cresce la complessità delle istituzioni scolastiche e della normativa che le regge ma non la capacità di gestirle; si arranca nella digitalizzazione sebbene si sia soffocati dall’ingombro dei documenti cartacei; proliferano i residui attivi e passivi; difettano le competenze professionali per l’acquisizione di beni e servizi.

Con un quadro così pessimistico a monte, sembrano quasi inadeguate le innovazioni apportate dal D. Lgs. 129/2018, eppure qualcosa si è fatto. Guardiamo ad esempio l’introduzione del concetto di “disavanzo di amministrazione”: che cosa implica? In prima battuta, esso sembra in contrasto con il principio dell’equilibrio del bilancio, ossia del fatto che le spese non possono superare il complesso delle entrate.

Poi, a guardare più da vicino i bilanci delle scuole, che come sappiamo vengono monitorati mese per mese dal Ministero attraverso i flussi contabili, ecco che spuntano residui attivi ormai inesigibili e tali da gonfiare impropriamente la disponibilità di risorse, per cui non appare poi così peregrino attardarsi in dettagli sul come il Consiglio d’istituto debba illustrare punto per punto i criteri adottati per il riassorbimento di tale disavanzo. La stessa indicazione di dover rappresentare la gestione finanziaria anche in termini di cassa (che per adesso, in attesa di specifiche indicazioni, resta un mero proposito), può leggersi nel senso di dover avere una maggiore consapevolezza delle risorse concretamente a disposizione.

A ben guardare, il Consiglio d’istituto, dopo le retrocessioni su campo ad opera dell’autonomia scolastica prima e de “La buona scuola” (L. 107/2015) poi, riguadagna sensibilmente terreno nelle questioni di merito: appunto farsi carico del disavanzo d’amministrazione e soprattutto regolamentare l’attività negoziale, stabilendo “i limiti e i criteri per lo svolgimento, da parte del dirigente scolastico… dell’affidamento di lavori, servizi e forniture di importo superiore a 10.000,00 euro” nonché, “con apposita autonoma delibera”, decidere se  e in che misura costituire un fondo economale per le minute spese e l’importo massimo di ogni spesa minuta. Adesso più che mai vale l’auspicio che chi siede nei Consigli venga adeguatamente formato, per non rendere inefficaci sul nascere queste nuove disposizioni.

Sul fronte della consapevolezza della normativa e nella sua attuazione, specialmente in materia di acquisti di beni e servizi, il Ministero dell’Istruzione si produce in un servizio di help desk amministrativo contabile esteso su tutta l’area italiana e moltiplica gli sforzi nel settore della formazione, con una nuova e più approfondita edizione dei corsi “Io Conto”, che presto saranno estesi anche agli assistenti amministrativi e non più solo a dirigenti scolastici e DSGA. Ci si muove anche sul versante del reclutamento, richiedendo ai futuri DSGA una laurea in ambito giuridico-economico e il superamento di articolate prove di esame incentrate sul diritto e sulla contabilità, come già si era iniziato a fare con i concorsi per dirigente scolastico.

Come poi non citare il “Quaderno n. 1 – Istruzioni di carattere generale relative all’applicazione del Codice dei contratti pubblici”? Si tratta nientemeno che di una guida puntuale che accompagna le istituzioni scolastiche passo passo, partendo dalle basi, ad esempio illustrando la differenza fra contratto di appalto di servizi e contratto d’opera intellettuale (a carattere imprenditoriale l’uno, basato sulle prestazioni intellettuali di una singola persona l’altro). Certo è che 136 pagine di allegati alle 95 pagine del quaderno non sono certo poche e rischiano di scoraggiare anche gli operatori scolastici più determinati, come pure è innegabile che appaia un po’ eccessivo un facsimile di 10 pagine di determina dirigenziale per motivare un “affidamento diretto tramite trattativa diretta sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”, che di per sé è una delle procedure più semplici e trasparenti e quindi auspicabilmente più immediate. Ma si sa, siamo in Italia e la semplificazione è bella a parole e nelle leggi, poi però ci sentiamo tutti più tranquilli quando abbiamo messo insieme un bel po’ di carta. Abbiamo approfondito l’argomento all’interno del numero di marzo di Tuttoscuola.

Clicca qui per leggere l’articolo completo e sfogliare il numero di marzo di Tuttoscuola

Scegli la formula che fa per e abbonati ai nostri servizi