Nuovo anno scolastico. ‘Niente di nuovo sul fronte occidentale’

È iniziato il nuovo anno scolastico, ma, contrariamente a quanto sperato dai più ottimisti, la situazione attuale della scuola italiana non è sostanzialmente diversa da come l’abbiamo conosciuta un anno fa.

La scuola italiana del settembre 2023 è precaria più o meno quanto quella del settembre 2022: le supplenze annuali e temporanee superano oggi probabilmente le 200 mila unità come un anno fa  (il ministro Valditara parla di poco più di 130 mila, che sarebbe comunque un numero enorme) e i posti autorizzati dal MEF per le nomine in ruolo resteranno, come l’anno scorso, in buona parte vacanti, come ha dichiarato, al termine di un recentissimo incontro al MIM, la segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci “Dai dati, ancora incompleti, che il Ministero ha presentato ai sindacati, si può ipotizzare un quadro che non si discosta in modo significativo da quello dell’anno precedente, … e la percentuale di assunzioni, che l’anno scorso era stata del 43,94% rispetto alle disponibilità, non cresce di molto se riferita alle reali disponibilità…”

Il ministro Valditara precisa in un’intervista al Corriere della Sera che “abbiamo assegnato il 79,9% dei posti autorizzati dal Mef contro il 47,4 dello scorso anno. Restano vuoti 40.404 posti a fronte di 56.324 dell’anno scorso”. Ma la stabilizzazione sperata resta tuttora un sogno. E non c’è nemmeno un avvio di stabilizzazione, in termini di continuità didattica, per i docenti di sostegno, come aveva annunciato, forse con un pizzico di ottimismo, il ministro Valditara nel dicembre dell’anno scorso alla FISH in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità.

Intendo avviare una riforma del sostegno a scuola, altrimenti sono soltanto chiacchiere” aveva annunciato il ministro, che aveva anche aggiunto: “Al 59% degli alunni con disabilità non viene garantita una continuità didattica, sappiamo quanto questo sia grave per la crescita e per le prospettive formative dei ragazzi”.  

I posti di sostegno in organico di diritto sono aumentati di 9mila unità per il 23-24, come previsto dalla legge di bilancio del 2021; per un nuovo incremento bisognerà sperare nella prossima legge di bilancio. I criteri per la mobilità dei docenti di sostegno non sono stati modificati, confermando la possibilità di cambiare sede nel corso del vincolo quinquennale. Si sperava anche nell’aumento dei posti per i TFA per specializzare immediatamente un maggior numero di docenti per il sostegno, ma tutto è rimasto confermato.

Il numero di alunni con disabilità supererà le 300 mila unità e aumenterà in proporzione il numero dei docenti di sostegno in deroga: l’annunciata stabilizzazione del sostegno dovrà attendere.

“Niente di nuovo sul fronte occidentale” scriveva Remarque quasi un secolo fa, ma oggi quel titolo sembra un ritorno al futuro della scuola italiana.

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