Nuovo anno scolastico al via con rischio metà cattedre senza docenti di ruolo. Valditara: ‘Anno di importanti novità. Scuola sia faro e motore della società’

Oggi ufficialmente si apre l’anno scolastico. Sarà un anno di importanti novità. Il mio augurio ed un forte ringraziamento vanno innanzitutto al personale della scuola il cui ruolo è fondamentale per il futuro dei nostri giovani“. Queste le parole che il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha rivolto su Twitter al mondo della scuola in occasione dell’apertura del nuovo anno scolastico.”Un pensiero particolare per gli studenti che nella scuola costruiscono le basi della loro vita – ha scritto ancora il ministro sui social -. E infine l’auspicio che nelle aule si affermi la cultura del rispetto, dell’impegno e della solidarietà, per una scuola faro e motore dello sviluppo della società”.

Nuovo anno scolastico, stessi problemi di sempre, purtroppo. Tra pochi giorni, infatti, circa 8 milioni di studenti faranno il loro ritorno sui banchi di scuola, ma la metà delle cattedre che si troveranno di fronte non avrà un docente di ruolo. I numeri si leggono sul Corriere della Sera: sul totale degli 81mila posti liberi, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara già a luglio aveva annunciato 51mila assunzioni. Se tutto andasse secondo i piani, il totale degli insegnanti attivi a tempo indeterminato sarà di circa 40mila.

Dai dati, ancora incompleti, che il Ministero ha presentato ai sindacati, si può ipotizzare un quadro che non si discosta in modo significativo da quello dell’anno precedente – ha commentato Ivana Barbacci, segretaria Cisl Scuola -: la percentuale di assunzioni, che l’anno scorso era stata del 43,94% rispetto alle disponibilità, non cresce di molto se riferita alle reali disponibilità (oltre 81.000 posti) e non soltanto al contingente di posti autorizzati (poco più di 50.000)”.

“Come lo scorso anno – ha dichiarato ancora Barbacci nelle scorse ore –, incide notevolmente il numero delle nomine da GPS, purtroppo ammesse soltanto sui posti di sostegno. Restiamo ovviamente in attesa dei dati definitivi, ma possiamo comunque ribadire alcune considerazioni: il sistema di reclutamento centrato esclusivamente sui concorsi per esami, di cui negli ultimi anni si è avuta una moltiplicazione, non assicura la copertura del fabbisogno di docenti. Occorre avvalersi di un altro canale di reclutamento, che valorizzi l’esperienza di lavoro: le assunzioni da GPS ancora una volta dimostrano che una soluzione è possibile, se ne ragioni e si renda strutturale un canale che da alcuni anni si rivela praticabile ed efficace”.

“Si confermerà anche quest’anno la necessità di un ricorso molto esteso al lavoro precario – ha concluso la segretaria Cisl Scuola -: una situazione che pesa sulle condizioni di lavoro del personale e anche molto sul sistema scolastico. È il precariato, non la mobilità, a minare alla base la possibilità di garantire la continuità didattica”.

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