Nonostante l’emendamento Ruby, tutti d’accordo sul Garante per l’infanzia

Per merito forse anche del clima unitario dei festeggiamenti del 150°, la Camera, dopo oltre un anno di attesa, ha licenziato quasi all’unanimità (due soli astenuti) il disegno di legge sul Garante dell’infanzia e l’adolescenza, che ora passa al Senato per l’approvazione definitiva.    

Il disegno di legge era stato presentato all’inizio della legislatura dal Governo su proposta del ministro Carfagna, anche per allinearsi con altri paesi dell’Unione europea che da anni già dispongono di questo istituto di tutela e difesa dei minori.

Il testo approvato a Montecitorio istituisce l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, un organo monocratico che verrà scelto dai presidenti della Camera e del Senato e durerà in carica quattro anni, con mandato rinnovabile una sola volta.

Al Garante competono una serie di funzioni di promozione, collaborazione, garanzia, oltre a competenze consultive; può esprimere pareri sui disegni di legge e sugli atti normativi del Governo in tema di tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza; promuove sinergie con la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza e presenta alle Camere ogni anno – entro il 30 aprile – una relazione sull’attività svolta.

In base ad un emendamento del Pd, approvato contro il parere del Governo a causa delle numerose assenze nella maggioranza, e ribattezzato dall’opposizione “Emendamento Ruby”, il garante avrà tra le sue competenze quella di segnalare in caso di emergenza alle autorità giudiziarie competenti la presenza di minori in stato di abbandono al fine di una loro presa in carico. Il Garante potrà richiedere informazioni rilevanti ai fini della tutela dei minori, alle amministrazioni ed ai soggetti pubblici nonché ad enti privati – nel rispetto della normativa sulla tutela della privacy – oltre ad accedere ed effettuare visite nelle strutture pubbliche e negli enti privati ove siano presenti minori.