Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Non più di un terzo di stranieri nelle prime classi di Vicenza

Farà certamente discutere la decisione del comune di Vicenza (di centrosinistra), condivisa e sottoscritta da 11 istituzioni scolastiche del territorio e avallata dal locale Ufficio scolastico provinciale, di costituire le prossime prime classi di scuola primaria con un massimo di alunni stranieri che non superi mediamente il 30-35%.

Il progetto, voluto per “favorire l’integrazione sociale e promuovere la sostenibilità e la qualità della vita nel contesto urbano“, intende pianificare e migliorare l’attività della scuola sui fronti educativo-pedagogico, della formazione delle classi, della distribuzione dei finanziamenti, del fabbisogno degli spazi e  dell’inserimento degli alunni stranieri.

Nel concreto, a partire dal prossimo anno scolastico, sarà un POF (piano dell’offerta formativa) condiviso a fare da guida ai piani formativi dei singoli istituti con la definizione di un limite massimo di alunni stranieri per ogni classe pari al 30-35% (presenza media pari al 21%) e prioritaria attenzione all’area di residenza dei bambini con previsione di perimetrazione (ex bacino di utenza).

Quanto alla percentuale degli stranieri presenti in ogni classe, l’accordo prevede che il tetto del 30-35% diventi riferimento non solo per le prime, ma progressivamente per tutte le classi, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado.

L’intento di razionalizzare la domanda delle famiglie è certamente lodevole, ma il tetto posto al limite massimo di stranieri per classe potrebbe risultare di dubbia legittimità, stante la diversa previsione del regolamento sull’immigrazione (art. 45 del drp 31 agosto 1999, n. 394) che prevede come limite massimo il 50%.

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