No ai cellulari a scuola. Una proposta di legge

Qualche settimana fa il ministro Fioroni aveva dribblato la domanda di una giornalista che gli chiedeva se avesse intenzione di regolamentare l’uso improprio dei cellulari a scuola, dichiarando che le regole esistono già e basta farle rispettare.
A dire il vero il divieto dell’uso di cellulare in classe è stato disposto dall’allora ministro Berlinguer alla fine degli anni ’90, ma riguardava gli insegnanti, non essendo pensabile meno di dieci anni fa (che sembrano lontani anni luce) che oltre agli insegnanti il cellulare sarebbe diventato d’uso quotidiano tra gli stessi studenti o scolari.
Dopo gli episodi dei mesi scorsi che sono stati oggetto di varie denunce, non si fermano le prese di posizione contro l’uso del cellulare a scuola.
Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto, Carmela Palombo, ha preso posizione contro la messa in linea sul web di foto di docenti, lamentando l’uso del video-cellulare come arma segreta e impropria usata dagli studenti.
A Bari si è registrato l’episodio di un dirigente scolastico che ha sequestrato i cellulari dei suoi ragazzi e si è trovato pesantemente contestato da alcuni genitori davanti a scuola, tanto da costringerlo a chiamare le forze di polizia.
L’episodio barese, l’ennesimo della serie, ha provocato la reazione della parlamentare diessina Alba Sasso che, oltre a solidarizzare con il dirigente scolastico contestato, ha rilevato “una situazione sempre più ingovernabile, le cui vittime sono comunque studenti ed insegnanti“.
Da qui la proposta di legge, di cui la stessa parlamentare è firmataria, contro l’uso dei telefonini in classe. Una legge, ha precisato, che, come per il fumo, “tuteli gli insegnanti e non li lasci soli“.