‘No a queste Indicazioni nazionali’

Intervento del Presidente del Forum delle associazioni disciplinari della scuola dopo la Giornata nazionale di studio svoltasi a Roma il 6 novembre

“Siamo qui per dichiarare la nostra totale estraneità alle “Indicazioni nazionali” per i licei che il Ministero sta per emanare”; con queste parole Adriano Colombo, a nome del coordinamento del Forum delle associazioni disciplinari, ha aperto il 6 novembre scorso la “Giornata di studio” che si è tenuta al Liceo Tasso di Roma.
Quindici associazioni di insegnanti e docenti universitari, che rappresentano quasi tutto l’arco delle materie insegnate nelle nostre scuole, hanno voluto rendere pubblico il loro dissenso dai metodi e dai contenuti della riforma per il “secondo ciclo dell’istruzione”. Il Ministro non deve più permettersi di dichiarare che ha consultato tutte le associazioni professionali e disciplinari, come ha fatto dopo l’emanazione dei decreti per la scuola elementare e media (in realtà i nostri pareri erano stati chiesti per pura formalità, a cose fatte, e non sono stati ascoltati).

Questi programmi stanno nascendo male. Non si sa come sono stati scelti quelli che li scrivono, non si sa con chi discuterli. Erano stati attivati comitati in cui entravano i nostri esperti, ma dopo la prima riunione non sono stati più riconvocati; non è stata data risposta alle richieste di chiarimenti sulla cornice in cui avrebbero dovuto lavorare (la struttura dell’istruzione secondaria e della formazione professionale, gli orari su cui una materia avrebbe potuto contare). Così le associazioni dell’area linguistica hanno dichiarato l’impossibilità di proseguire nella collaborazione, altre, dell’area scientifica, hanno comunque formulato delle proposte, ma non hanno avuto riscontro.

Nel frattempo altri “gruppi di lavoro” costituiti senza nessuna pubblicità, rimasti a lungo anonimi, hanno prodotto documenti “riservati”, di cui le associazioni denunciano “una sostanziale e grave superficialità e genericità di approccio”, come ha detto la rappresentante dell’Associazione degli insegnanti di storia dell’arte. Anche gli insegnanti di lingue straniere “denunciano l’approssimazione e la confusione concettuale e terminologica presenti nelle indicazioni per il primo ciclo, causa prima dell’attuale disorientamento degli insegnanti di lingue”, come hanno detto LEND-(“lingua e nuova didattica”) e TESOL-Italy (“Teachers of English to Speakers of Other Languages”), che aggiungono: “Le indicazioni denotano scarsa familiarità con gli sviluppi della glottodidattica degli ultimi 30 anni e ignorano ricerche e documenti del Consiglio d’Europa e gli studi compiuti a sostegno del pluralismo linguistico e culturale”.
A nome delle associazioni che si occupano di insegnamento della storia, Aurora Delmonaco dice: “Le Indicazioni risultano da un dialogo fra sordi, storici e pedagogisti, comunque lontani dal reale dibattito sulla disciplina. Così gli insegnanti si ritrovano, con spazi orari e livelli di autonomia ridotti, su una strada piena di buche”.

Nella mattinata ha preso la parola anche il prof. Giunio Luzzatto, presidente della Conferenza delle commissioni didattiche delle università e “padre” delle Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario che funzionano da alcuni anni e che la riforma Moratti intende abolire: sarebbe un passo indietro gravissimo, ha detto, che annullerebbe gli sforzi di questi anni per creare un raccordo tra università e scuola nella formazione degli insegnanti.

Nella discussione sono intervenuti anche esponenti di associazioni di insegnanti orientate all’insieme della professione più che a una specifica area disciplinare, tra cui alcune hanno espresso posizioni non radicalmente contrarie alla riforma, anche se con qualche critica, come l’UCIIM e l’associazione Diesse, entrambe di ispirazione cattolica. Dura invece l’opposizione di Domenico Chiesa, presidente del C.I.D.I. orientato a sinistra: per la prima volta nella storia della Repubblica, ha detto, si sta attuando una profonda trasformazione della scuola senza nessun coinvolgimento degli insegnanti, degli esperti e delle forze sociali, con un metodo assolutamente antidemocratico. A nome del “Patto per la scuola”, Pietro Lucisano ha tra l’altro denunciato come la riforma già varata dell’istituto Nazionale di Valutazione privi questo fondamentale organo di verifica di ogni autonomia e credibilità scientifica.

 

per il coordinamento del Forum

(Adriano Colombo)