‘Nina e i diritti delle donne’: un libro educativo per le nuove generazioni

“Nina e i diritti delle donne” è un libro per ragazzi scritto da Cecilia D’Elia che racconta il lungo percorso delle battaglie per l’acquisizione dei diritti delle donne italiane. Uno strumento educativo da cui molte scuole sono partite per sensibilizzare e rendere consapevoli le nuove generazioni su un tema di grande attualità. 
 
Cecilia D’Elia, da sempre impegnata in politiche di genere, prevenzione e contrasto della violenza contro le donne nel 2011 decide di scrivere un libro per ragazzi sulle battaglie condotte per l’acquisizione dei diritti, perché?
«Il 2011 è stato un anno in cui l’Italia era nel pieno degli scandali legati al sistema di potere di Berlusconi,  era l’anno del movimento “Se non ora quando”, di cui io ero promotrice, era l’anno in cui ho sentito l’esigenza di raccontare la nostra storia, in primis, a mia figlia e a mio figlio per sensibilizzare le nuove generazioni sul tema e condividere con loro il cambiamento, le lotte e i diritti acquisiti nel tempo».
 
“Con Nina e i diritti delle donne” si ripercorrono le tappe fondamentali della storia di genere in Italia: le conquiste, i progressi, l’affermazione. Di strada ne abbiamo fatta, eppure nel 2018, siamo ancora qui: costrette a tornare sul tema e a scrivere sul calendario, in corrispondenza del 25 novembre: giornata contro la violenza sulle donne. Perché? Cosa è andato storto?
«Non credo sia giusto dire che qualcosa è andato storto. Se oggi siamo qui e possiamo denunciare gli abusi e le discriminazioni è perché siamo state capaci di affermare che le violenze fisiche e psicologiche sono un reato. Veniamo da una storia in cui la violenza segnava le relazioni tra uomini e donne, una storia di subordinazione della donne. Nel secolo scorso le donne hanno messo in discussione questa condizione, sono diventate un soggetto libero. Julia Kristeva, introducendo la ripubblicazione del Secondo Sesso di Simone De Beauvoir scriveva: “a metà del XX secolo si è verificato un avvenimento di cui fatichiamo a valutare la portata, cent’anni dopo la nascita di colei che l’ha espresso a chiare lettere: il secondo sesso è libero! … si trattava e si tratta ancora di una mutazione antropologica in corso”. Un cambiamento così grande non è un battito di ciglia, va accompagnato, sostenuto da cambiamenti culturali, da una nuova educazione. Molti uomini fanno fatica ad accettare la libertà femminile. Una donna che decide, che sceglie, che dice ‘no’, ‘basta’, che si realizza e partecipa attivamente alla vita sociale e civile ancora spaventa. Non è un caso che le vittime di tanti femminicidi sono proprio donne che hanno scelto di cambiare vita, di separarsi dal compagno violento».
 
Gli uomini, dunque, in che modo possono contribuire nel processo educativo e nella prevenzione sulla discriminazione e violenza di genere? 
«Molto. Gli uomini che saranno al fianco delle donne nel difendere una società fondata sulla parità dei sessi saranno un modello per le nuove generazioni. I bambini e i ragazzi vanno educati e sensibilizzati all’uguaglianza, al rispetto dell’altro e a lottare contro ogni forma di violenza».
 
“Nina e  i diritti delle donne” è la storia di una bambina che scopre la storia delle donne della sua famiglia, così facendo impara a vedere la grande trasformazione che c’è stata e quanto hanno contribuito alla sua libertà le diverse  generazioni di donne che, dal dopoguerra fino ad oggi hanno permesso alle donne di camminare a testa alta. Un libro efficace che vale la pena leggere e far leggere tanto alle bambine, quanto ai bambini.
 
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Dall’introduzione di Mariella Gramaglia – “Ti sentirai di dire che essere giovani all’inizio del terzo millennio è molto duro. Che troverai lavoro con difficoltà in un mondo in cui la sicurezza economica traballa. C’è del vero naturalmente, ma non è una legge di natura. Dipende da ciascuno di noi scegliere chi ci governa, orientare lo sviluppo e la tutela dei beni comuni, distribuire la ricchezza in modo da evitare le ingiustizie. E dipende dalle ragazze e dalle donne battersi per la propria libertà e per una civiltà che le rispetti. […] Tocca farlo con gli occhi aperti e la mente sveglia”.