Nelle superiori sarde due ragazzi su cinque lasciano la scuola senza diploma

Al termine dell’anno scolastico 1999-2000 negli istituti statali di istruzione secondaria superiore il tasso più elevato di dispersione scolastica (o di abbandoni, se il termine aiuta a capire meglio il problema) era stato conseguito, al termine di cinque anni di percorso scolastico, dalla Sardegna che aveva perso per strada più di 12 mila dei 24.500 studenti iscritti in prima nel 1995-96: il 47,4%.

In quell’anno la Sicilia aveva sfiorato il 43% di abbandoni, la Basilicata aveva toccato quota 43,6%, la Campania il 40,6% e il Lazio il 40,1%.

Lasciare quelle posizioni negative non era facile e, infatti, alcune regioni non si sono allontanate di molto da quella situazione critica.

Il maggior recupero di quella situazione negativa l’ha fatto registrare la Basilicata che è scesa al 27,4% di dispersione, con un abbattimento di oltre 16 punti in percentuale. Un miglioramento graduale e costante che ha dimostrato come si possa far decisamente meglio anche in un campo così critico come è quello degli abbandoni scolastici.

Anche il Lazio, scendendo sotto il 30% di dispersione (29,3%), ha avuto un buon esito, abbattendo di quasi 11 punti in percentuale il tasso fatto registrare prima del 2000.

La Sardegna ha migliorato di otto punti in percentuale l’elevato tasso di dispersione registrato alla fine del 99-2000, ma al termine del 2009-10 era ancora ferma al 39,4% di dispersione, che è come dire che quattro dei dieci ragazzi partiti nel primo anno di corso non sono arrivati alla meta finale e quasi tutti, con ogni probabilità, hanno lasciato qualsiasi percorso formativo senza alcun titolo di studio o qualifica.

La minor riduzione del tasso di dispersione si è registrata in Campania e in Sicilia, dove la già elevata percentuale di abbandoni nel percorso scolastico statale si è ridotta soltanto di cinque punti in entrambe le regioni.