Nebbia sui licei tecnologici. La Moratti: saranno valorizzati
Il patrimonio degli istituti tecnici sarà valorizzato in vista della stesura del decreto attuativo della riforma della Scuola relativa al secondo ciclo. Lo ha assicurato in una nota il ministro per l’istruzione Letizia Moratti, in occasione di un convegno di Confindustria a Vicenza su “Capitale umano, qualità e competitivita: quando la formazione anticipa lo sviluppo”.
“Esaminerò con attenzione – ha aggiunto il ministro Moratti – il Rapporto che verrà presentato nel corso del convegno e in particolare le proposte sugli istituti tecnici. Voglio sottolineare ad ogni modo che, nè per quanto riguarda i licei, nè per quanto riguarda l’istruzione e la formazione professionale, fino ad ora è stata presa alcuna decisione; infatti un apposito Gruppo di lavoro di esperti sta elaborando specifiche proposte in vista della stesura del decreto attuativo della Legge 53 relativo al secondo ciclo. Assicuro comunque che sarà ampiamente valorizzato il patrimonio degli istituti tecnici, alla luce anche dei risultati che verranno aggiunti con il tavolo tecnico Miur-Confindustria”.
Il convegno organizzato da Confindustria a Vicenza era considerato come una data chiave per conoscere l’orientamento del ministro Moratti sulla spinosa questione del destino degli attuali istituti tecnici: se costituiranno, insieme agli istituti professionali e agli istituti d’arte (oltre il 60% degli iscritti a scuole secondarie superiori nel 2003-2004), la base di riferimento per la costruzione del “sistema di istruzione e formazione professionale”, oppure se la loro collocazione sarà all’interno del “sistema di istruzione”, in forma di indirizzi del liceo tecnologico e di quello economico.
La questione si presenta intricata e delicata dal punto di vista politico, con l’UDC schierata per la prima soluzione (che comporta un solo liceo tecnologico e un solo liceo economico, senza indirizzi), Confindustria e AN per la seconda e Forza Italia incerta. Il responsabile scuola di AN, sen. Valditara, propone di articolare il liceo tecnologico nei seguenti indirizzi: elettronico, dell’informatica e della comunicazione, dell’energia, della chimica, delle risorse agroalimentari e ambientali, del sistema moda, dell’edilizia, del territorio e dei trasporti. In pratica, ci sarebbe spazio per quasi tutti gli attuali istituti tecnici industriali e per i geometri (è sorprendente che Valditara non citi i meccanici, punta di diamante degli industriali, ma sembra trattarsi di una mera dimenticanza). Anche il liceo economico si articolerebbe (almeno) in tre indirizzi: amministrazione e controllo, comunicazione e marketing, gestione e servizi per il turismo (gli stessi che propone Confindustria).
Dunque AN sostiene una soluzione di fatto continuistica rispetto agli attuali assetti, mentre Confindustria, in particolare per i tecnologici, sembra rilanciare l’”area tecnica e tecnologica” prevista nella legge n. 30/2000 (riforma Berlinguer), esclusa dalla legge n. 53/2003 proprio perché “panlicealistica”.
La divisione tra licei e formazione professionale “è obsoleta”. Lo affermano le senatrici Maria Chiara Acciarini (Ds) e Albertina Soliani (Dl) secondo le quali dalle dichiarazioni odierne del ministro Moratti si evince che la riforma delle scuole superiori slitterà perlomeno al 2005. “La Moratti si allontana dalla legge 53. Confindustria conduce il ministro su un terreno più ragionevole. Adesso gli istituti tecnici sono un patrimonio da valorizzare, non da abbandonare a un canale di serie B, e di questo – affermano Acciarini e Soliani – siamo molto liete. Le dichiarazioni di oggi della Moratti, la quale ha affermato di non aver deciso alcunchè nè per i licei nè per gli istituti tecnici, sono davvero interessanti, soprattutto perchè l’inizio del nuovo anno scolastico è ormai alle porte. La nostra conclusione è che, per fortuna, l’attuazione della legge 53 nella parte relativa alle superiori slitterà almeno al 2005-2006”. Secondo le due parlamentari “continua a essere chiaro che lo schema Moratti di semplicistica divisione tra licei e formazione professionale, corrispondente a un’idea obsoleta della società, non riesce a trovare una collocazione, e quindi una prospettiva di futuro, per gli istituti tecnici”. Acciarini e Soliani invitano quindi il ministro “ancora una volta, a guardare la scuola da vicino, e in particolare in questo caso a guardare la scuola superiore. Capirebbe – osservano – che i suoi schematismi ideologici mal si adattano alla ricchezza delle esperienze in corso negli istituti”. Acciarini e Soliani ritengono che il tavolo ministero-Confindustria “possa e debba essere allargato”. “Solo un confronto vero, nel Parlamento e nel Paese, quello che da sempre auspichiamo – concludono – può aiutare la scuola italiana a non deragliare, a offrire opportunità vere ai ragazzi, a impedire depressione e dequalificazione”.
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