Nasce il governo Meloni: dal Centro-destra al Destra-centro

Con la nascita del governo presieduto da Giorgia Meloni si sono verificati due eventi storici per il nostro Paese (o “Nazione”, come la neopresidente ha detto presentando il suo governo) in età repubblicana: l’avvento alla guida dell’esecutivo di una donna e la formazione di una maggioranza politica con una chiara connotazione di Destra. O di Destra-centro, come alcuni commentatori preferiscono dire, ma con l’accento sulla Destra, dato il preponderante peso di Fratelli d’Italia nella compagine di governo.

Il Centro-destra ha avuto più volte responsabilità di governo nella cosiddetta Seconda Repubblica (Silvio Berlusconi, inventore della formula, ha presieduto quattro governi), ma l’accento è sempre caduto sul Centro. Ora, per la prima volta, cade sulla Destra. Cioè, come afferma la stessa Giorgia Meloni, su un soggetto politico con espliciti tratti identitari di tipo conservatore e tradizionalista, che si colgono in particolare in FdI ma anche nella Lega di Salvini (meno in quella di Giorgetti).

Vedremo presto quali conseguenze avrà in concreto questa assunzione di responsabilità di governo da parte della Destra nei diversi settori, dalla politica estera a quella economica a quella scolastica, che ci interessa più da vicino. Intanto si possono notare alcune novità lessicali (ma con evidente significato politico) nella denominazione dei Ministeri. Quello dell’Agricoltura diventa “Agricoltura e sovranità alimentare” (come in Francia, viene spiegato, ma nel contesto italiano il termine “sovranità” ha un vago sapore autarchico), quello delle Pari opportunità diventa “della famiglia, natalità e pari opportunità”, con queste ultime in terza posizione; quello dello sviluppo economico diventa “delle imprese e Made in Italy”, che suona un po’ nazionalista (ma Meloni dice “patriottico”); quello dell’Istruzione, infine, diventa “dell’Istruzione e del Merito”: apparentemente una dichiarazione di guerra, per ora solo semantica, alle politiche ispirate all’uguaglianza delle opportunità e all’inclusione, alle quali si contrappone un termine come “Merito” (con la M maiuscola), che richiama piuttosto una visione individualista e competitiva dei processi educativi.

Di questo, e di molto altro, dovrà occuparsi il nuovo ministro, Giuseppe Valditara, al quale vanno i nostri sinceri auguri di buon lavoro, e anche di buona fortuna, nell’assolvimento del suo impegnativo incarico. Ne parliamo nella notizia successiva.

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