Napolitano promulga la riforma dell’università. Ma…

Il Capo di Stato evidenzia alcune "criticità" nella legge

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha promulgato la legge di riforma dell’università approvata dal Parlamento il 23 dicembre scorso, ma rilevando la presenza di “criticità” nel testo. La legge “in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario” è stata promulgata mentre il capo dello Stato inviava una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri in cui si auspica che con successiva legislazione ministeriale si risolvano le “talune criticità” riscontrate nel testo.

Già in occasione dell’approvazione della legge in Senato, il Quirinale aveva espresso dubbi su alcune incongruenze tecniche del testo, poi specificate nella lettera.

Il presidente della Repubblica, nella lettera al presidente del Consiglio che accompagna l’annuncio di promulgazione della legge di riforma dell’Università, sollecita il governo a un confronto con tutte le parti per superare le criticità che permangono nel testo. “Auspico infine – si legge – che su tutti gli impegni assunti con l’accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate“.

Gelmini: “Positivo“. “Credo che la promulgazione sia un fatto positivo“, ha commentato a caldo il ministro Mariastella Gelmini. Sul fatto che il Capo dello Stato abbia rilevato alcune criticità, Gelmini ha sottolineato di voler leggere “il testo prima di fare commenti“. Assicurando che, “insieme al presidente Berlusconi terremo conto delle osservazioni del Quirinale“.

Questo il testo integrale della nota di Napolitano. “Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge recante “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario“. Il Capo dello Stato – si legge in una nota diffusa dal Quirinale- ha contestualmente indirizzato la seguente lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri:

Promulgo la legge, ai sensi dell’art. 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare.

L’attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.

Per quel che riguarda l’articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato – pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore – si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all’impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’articolo. Per quanto concerne l’art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell’appartenenza territoriale.

Inoltre l’art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale. Infine è opportuno che l’art. 26, nel prevedere l’interpretazione autentica dell’art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.

Al di là del possibile superamento – nel corso del processo di attuazione della legge – delle criticità relative agli articoli menzionati, resta importante l’iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative – sul piano dei contenuti e delle risorse – delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall’Assemblea.

Auspico infine che su tutti gli impegni assunti con l’accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate“.