Moratti, Berlinguer e la memoria corta

Le elezioni si avvicinano e nel fervore programmatico del centro sinistra il dibattito sulla riforma Moratti non ha una direzione univoca.
Il contrasto è tra chi vuole abolire la legge e chi propone significativi interventi correttivi su aspetti della riforma in atto. I primi vorrebbero tornare alla legge 30/2000, forse dimenticando che nel 2001 è intervenuta una legge costituzionale che rende impraticabile l’intento restauratore. Inoltre, come non tener conto che la legge 30 riduceva di un anno il percorso scolastico e fissava in un massimo di 30 ore l’orario settimanale? Come mettere insieme questi dati di fatto con le accuse rivolte di ridurre il tempo scuola e di non tutelare a sufficienza gli organici? Davvero i sindacati saranno disposti a tollerare un sacrificio di queste dimensioni?
Significativo che il responsabile scuola dei DS, Andrea Ranieri, sottolinei in un’intervista che uscirà nel numero di dicembre di “Tuttoscuola” che molti dei problemi della scuola “non sono a causa della Moratti ma a causa dei problemi storici che la scuola si porta dietro“. Non senza ricordare, però, che a inizio legislatura “la Moratti ha preferito dire punto a capo. Ma, a questo punto, a capo ci sta andando lei“…