Miur, una cabina di regia per innalzare i livelli di apprendimento

Dopo l’imbarazzato silenzio iniziale bene ha fatto il ministro Moratti a convocare il 9 e 10 febbraio una conferenza nazionale sui risultati della ricerca PISA 2003 effettuata dall’OCSE, anche se si sarebbe dovuto intervenire molto prima, visto che già l’indagine del 2000 aveva messo in evidenza gli scarsi risultati in matematica, scienze e lettura dei nostri studenti quindicenni. Meglio tardi che mai.
Anche se può essere discutibile che una conferenza nazionale sia lo strumento migliore per analizzare questa problematica, pur tuttavia costituisce un punto di partenza. Almeno così fa sperare il “decalogo” presentato dal ministro Moratti per migliorare le conoscenze degli studenti in lettura, matematica e scienze.
Un piano d’azione articolato in dieci punti che vanno da un auspicato cambiamento delle pratiche educative a livello di singole istituzioni scolastiche (passare dal sapere disciplinare astratto alle competenze, maggiore rigore nella verifica, attivazione di percorsi di recupero, migliore utilizzazione dei programmi europei di scambio e gemellaggio, scambio di buone pratiche ecc.) a palliativi quali la simulazione di prove in preparazione del PISA 2006 (che avrà come focus le scienze naturali), ad azioni strutturali come la formazione dei docenti. Su quest’ultimo punto il piano rimanda al decreto attuativo dell’art. 5 della Legge 53/200, che dovrebbe essere approvato, in prima lettura, dal Consiglio dei Ministri di questa settimana. Il decreto presenta peraltro una notevole complessità attuativa per le molte ambiguità di fondo e per la mancata previsione di effettivi stanziamenti di bilancio.
Per la messa a punto degli interventi operativi del piano sarà realizzata una cabina di regia nazionale collegata a cabine di regia regionali, così da monitorare le azioni svolte a livello delle singole istituzioni scolastiche. Di queste strutture operative regionali a supporto di una migliore qualità degli apprendimenti dovrebbero far parte regioni, enti locali, scuole autonome, università, INDIRE, INVALSI, associazioni disciplinari etc, che opererebbero in collegamento con una “task force” nazionale. All’INVALSI è riconosciuto un ruolo chiave nel monitoraggio degli apprendimenti matematici, scientifici e linguistici.