Miur e Cgil: le diffide incrociate

Ha fatto scalpore una quindicina di giorni fa la notizia di una nota del ministero dell’istruzione, inviata a fine giugno in via riservata ai direttori generali degli Uffici scolastici regionali, con la quale si ricordava che l’attuazione della riforma era dovuta per legge e che i dirigenti scolastici che non vi avessero dato esecuzione sarebbero incorsi in responsabilità amministrativa e sarebbero stati altresì passibili di sanzioni disciplinari.

Probabilmente la decisione di inviare la nota in periferia era derivata dal fatto che al Miur erano pervenuti documenti di collegi docenti, che, in nome dell’autonomia, rivendicavano il diritto di decidere se e come applicare la riforma.

La nota riservata è stata pubblicata sul sito della Cgil-scuola che l’ha accompagnata da forti critiche di merito e di metodo, considerandola una forma di intimidazione nei confronti dei dirigenti delle scuole autonome.

Il sindacato di Panini nei giorni successivi è passato al contrattacco, e ora, a sua volta, tuona contro gli stessi dirigenti, minacciandoli di adire le vie legali nel caso procedano ad attivare la funzione tutoriale prima della definizione della trattativa sindacale avviata solo il 30 agosto scorso per definire le condizioni operative di attuazione nei confronti dei docenti che saranno incaricati dell’esercizio della funzione stessa.

Il deterrente amministrativo delle sanzioni disciplinari e il deterrente sindacale dei ricorsi, oltre ad essere segno del pessimo stato delle relazioni sindacali al Ministero e nelle istituzioni scolastiche, pone i dirigenti scolastici tra l’incudine e il martello.