Minori stranieri: dopo il 2013 è cominciato l’esodo (anche dai banchi di scuola)

Fino a pochi anni fa, la presenza di minori stranieri, in continua crescita, aveva compensato il calo demografico della popolazione italiana, mantenendo quasi intatti i livelli di scolarizzazione. Ora però che l’”aiutino” straniero si indebolisce, i livelli degli alunni iscritti si stanno abbassando rapidamente con effetti negativi sul numero delle classi e sugli organici del personale.

La compensazione esaurirà il suo effetto l’anno prossimo, ma dal 2020 inizierà l’onda di magra con effetti negativi sul numero degli alunni iscritti, soprattutto nei territori dove la presenza straniera è più consistente (regioni settentrionali in primis).

Secondo i dati Istat elaborati da Tuttoscuola, nel 2013 era stato raggiunto il numero massimo di minori residenti, poi era cominciato il calo che ha portato alla situazione del 2016 con una tendenza che potrebbe non dare segni di inversione.

Un dato eloquente su tutti: nel 2013 gli stranieri residenti che avevano un anno di età erano 80.951 (l’annata più elevata di sempre), ma nel 2014 quel numero si era ridotto a 77.982 (quasi 3 mila non risiedevano più in Italia), per poi scendere a 74.775 nel 2015 e a 70.767 nel 2016 (rimanendo comunque l’annata più consistente per tutto il 2016). Quell’annata da record in tre anni si è ridotta, dunque, di 10.184 unità con un decremento del 12,6%, equivalente ad un minore ogni otto che se n’è andato (ovviamente con la propria famiglia) fuori dall’Italia.

Un altro dato conferma questa tendenza all’abbandono: le nascite. Nel 2011 gli stranieri nati nell’anno (quasi tutti in Italia) erano stati 66.597; nel 2012 erano stati 73.146 (6.549 in più) e nel 2013 (anno d’oro) 77.638 (4.492 in più). Poi il calo: 73.560 nel 2014, 70.053 nel 2015, 67.555 nel 2016, un ritorno ai livelli del 2011.