Merito: dal dimensionamento all’emendamento a favore dei bocciati al concorso DS, gli atti che lo mettono in attesa

Il Governo Meloni e il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, come si sa, hanno fatto del merito nella scuola un impegno prioritario, ma ancora una volta c’è da chiedersi se e come anche la maggioranza di Governo stia operando in sintonia e sulla stessa lunghezza d’onda. È possibile verificare la sintonia eventualmente realizzata analizzando gli atti normativi che i partiti di maggioranza hanno definito, o stanno definendo, in Parlamento. Vediamo.

Tra le disposizioni definite dalla legge di bilancio 2023 ha un posto di rilievo la riforma della rete scolastica che prevede la graduale soppressione di centinaia di istituzioni scolastiche nell’invarianza sostanziale del numero di plessi, di classi e di docenti.

Se merito significa valorizzazione della qualità, non vi è dubbio che quel nuovo dimensionamento avrà un effetto negativo sulle prestazioni della dirigenza scolastica, sugli apparati delle segreterie scolastiche e sulla gestione del servizio. Insomma, con il dimensionamento il merito dovrà attendere, almeno che per merito non si intenda gestire, limitando i problemi (e senza che diventino pubblici), un numero molto maggiore – rispetto a quello mediamente già molto anno – di sedi, di personale, di studenti e genitori.

Andiamo avanti. Sta per essere approvata la legge di conversione del decreto “Milleproroghe” (DL 198/2022) con l’inserimento di emendamenti presentati da parlamentari della Lega che consentiranno a candidati bocciati nell’ultimo concorso per dirigenti scolastici di rientrare nelle graduatorie di merito con pieno diritto all’immissione in ruolo. Lo si può definire un riconoscimento al non merito.

Ma c’è dell’altro.

Nel prossimo concorso DS, che dovrebbe essere bandito a breve, il 40% dei posti sarà riservato ai candidati salvati dagli emendamenti, e le nuove graduatorie di merito saranno, pertanto, “capitozzate” per far posto a loro.  

Il merito per ora è nel nome del Ministero, ma nella realtà pratica sembra che dovrà attendere tempi migliori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA