Sempre meno giovani scelgono di insegnare/1: quale futuro per la scuola?

Gli stipendi tabellari dei docenti della scuola secondaria inferiore sono aumentati nei Paesi dell’Ocse di meno dell’1% all’anno in termini reali dal 2015. Ma in Italia è andata peggio: il salario reale dei docenti è diminuito dell’1,3 per cento sia per i docenti della secondaria inferiore sia per quelli della superiore, che da noi percepiscono praticamente lo stesso stipendio, a differenza di quanto accade in molti altri Paesi. Sono dati del rapporto Ocse Education at a Glance (EAG) 2023, presentato martedì 12 settembre a Parigi, Roma e nelle principali capitali del mondo.

Da noi, insomma, lo svantaggio competitivo dei laureati che insegnano rispetto a quelli che con lo stesso titolo hanno scelto altre professioni, è ulteriormente aumentato. Ma il fenomeno non riguarda solo l’Italia, anche se da noi è più accentuato, perché il rapporto mostra che gli stipendi medi effettivi degli insegnanti sono dappertutto nettamente inferiori a quelli di altri lavoratori con un livello di istruzione terziaria analogo (in Italia di circa il 30%, quindi un’enormità) ciò che – sottolinea lo studio – riduce l’attrattività della professione per i nuovi candidati in tutto il mondo, salvo che nei pochi Paesi dove gli stipendi solo alti (in Europa, per esempio, la Germania, la Danimarca e la Svizzera) oppure lo stipendio è magari basso ma il prestigio sociale alto (molti orientali, per esempio il Giappone). La carenza di insegnanti giovani, qualificati e appassionati, potrebbe diventare un fattore di debolezza e di disparità, sul quale è bene interrogarsi in anticipo, evitando superficiali sottovalutazioni.

Sull’importanza del prestigio sociale e del rispetto per gli insegnanti (meno sullo stipendio, a parte il contenuto aumento previsto dal nuovo contratto…) ha molto insistito anche il ministro dell’istruzione Valditara, intervenuto alla presentazione di EAG: Ridare prestigio sociale e autorevolezza è la grande sfida per rendere sempre più attraente questa professione”, ha detto. “Dobbiamo motivare i docenti e incoraggiare i giovani migliori a intraprendere questa carriera. Credo che una delle grandi emergenze su cui tutti dobbiamo ragionare, anche a livello internazionale, è come rendere attrattiva una professione strategica per lo sviluppo dei nostri Paesi”.

Come? Valditara ha solo accennato ad alcune misure volte a proteggere l’insegnante dall’aggressività di studenti e genitori, ma non ha parlato di retribuzioni. E neanche quindi di differenziazioni di responsabilità e di stipendio, che è una questione intrecciata all’aspetto economico e di sviluppo professionale. E ineludibile.

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