Meno carico scolastico degli studenti, ma aumento dell’orario dei docenti

La prevista essenzializzazione dei piani di studio, obiettivo importante dell’art. 64 della legge 133/2008, riduce i quadri orario della scuola secondaria superiore che va a riforma.

Sotto l’aspetto quantitativo vi saranno meno ore di lezione e meno insegnanti, con beneficio anche degli studenti che vedranno diminuire – meno però di quanto può sembrare – il loro carico scolastico. In particolare nei licei, con esclusione degli artistici, gli studenti avranno mediamente intorno alle tre ore a settimana in meno (nel corso dell’intero quinquennio andranno a scuola cento ore in meno nei classici, 200 ore in meno negli scientifici, linguistici e scienze umane). Nei licei artistici invece andranno a scuola nell’intero quinquennio, dalla prima alla quinta, per quasi 430 ore di lezione in più; nei tecnici per 330 ore in più.

Nei licei lo sconto orario risulterebbe maggiore se la differenza fosse fatta sul vecchio orario nominale (34 ore mediamente) anziché su quello effettivo (30 ore mediamente).

Tutto ciò è conseguenza del superamento di fatto di quella particolare condizione degli istituti superiori che consentiva alle scuole di ridurre la durata delle lezioni per contenere il più possibile nella fascia del mattino lo svolgimento delle lezioni.

Virtualmente, insomma, c’era un orario, ad esempio, di 34 o 36 ore, ma, di fatto, l’orario settimanale effettivo si riduceva mediamente a 30 ore.

Con la riforma avverrà invece che la riduzione generalizzata dell’orario di lezione già prevista prima non sarà più necessaria perché non ci saranno cause di forza maggiore per legittimarla (mancanza di trasporti, di mense, ecc.).

Dal confronto tra vecchio orario effettivo anche se ridotto e nuovo orario effettivo ma non riducibile, i ragazzi avranno tra le 20 (licei classici) e le 40 ore (altri licei) all’anno in meno di lezione. Saranno invece notevolmente appesantiti nel loro carico scolastico gli studenti dei licei artistici (65 ore in più nei primi due anni e un centinaio di ore in più nel triennio successivo) e quelli dei tecnici (due ore in più alla settimana, equivalenti a 66 ore in più all’anno).

Aumenterà invece, anche se può sembrare una contraddizione, in quasi tutti gli istituti l’orario di servizio dei docenti.

La scomparsa dell’ora ridotta porta, infatti, un effetto non gradito per le migliaia di docenti che per contratto non avevano l’obbligo di recuperare i 10 minuti all’ora non prestati. La norma contrattuale aveva consentito in tutti questi anni di non prestare, anche se retribuite, milioni di ore di docenza (6/7 milioni all’anno).

Di fatto si svuota la norma contrattuale (ammesso che il sindacato la voglia ancora riproporre) rendendo effettivo l’orario di lezione settimanale di 18 ore per tutti.

L’orario di lezione effettivo obbligherà quindi i docenti nei nuovi istituti riformati a prestare, a seconda dei casi, tra le due e le tre ore di lezione in più a settimana, equivalenti a circa 60-100 ore in più all’anno.