Maturità 2008. Il voto è segreto

La secretazione del voto finale conseguito dai candidati alla fine delle prove, stabilita dall’ex ministro Fioroni e confermata dal ministro Gelmini, fa discutere.

Lo stesso garante della privacy è stato preso in contropiede, dopo che per anni aveva ribadito la legittimità dell’esposizione dei voti. Peraltro il regolamento sul trattamento dei dati sensibili, varato un anno mezzo fa dallo stesso ministero, non includeva tra i dati soggetti alla privacy quelli degli esiti finali.

Uno dei più importanti e vivaci momenti della scuola italiana, e della vita dei suoi studenti, è stato immalinconito quest’anno nella piatta esibizione di una sequenza di “esito positivo“, interrotta da pochi “esito negativo” e da rari “esito positivo con lode“.

Un sistema che sembra non piacere a nessuno: né agli studenti né alle segreterie delle scuole, costrette ad un surplus di lavoro. Niente voto della maturità se il figlio maggiorenne, magari già in vacanza, non ha preparato un’apposita delega per i genitori. In qualche istituto i voti verranno consegnati, in busta chiusa, insieme a un certificato, per avere il quale bisogna pagare un bollettino di 15,13 euro, che servirà anche per il ritiro del diploma a settembre.

La giustificazione ufficiale di questa decisione, che accentua l’anomalia della scuola italiana nel contesto internazionale, è stata riportata ad una esigenza di privacy: quella di non evidenziare l’identità dei candidati che, come nel caso di una parte dei disabili (o diversabili, come alcuni preferiscono dire), non conseguono il diploma ma solo una certificazione delle competenze acquisite. Con la dizione “esito positivo” (o negativo), che può riguardare sia il diploma che la certificazione, questi candidati non sono distinguibili dagli altri.

Che dire? Ancora una volta le esigenze della privacy e quelle della trasparenza configgono, ma in questo caso ci sembra che alle prime sia stato accordato un peso soverchiante, che ha finito per occultare dietro un velo di egualitarismo formale i dati di realtà che scaturiscono dalla diversità dei soggetti, con le loro differenti identità, personalità, performances. Anche i voti sono un aspetto di questa diversità. E allora, perché secretarli?