Manovra 2011. I dipendenti della scuola pagheranno nuovamente?

Tra le ipotesi di intervento della manovra estiva da 45 miliardi si prevede anche un ulteriore anno di proroga del congelamento dei contratti pubblici e altro.

Voci insistenti, proprio con riferimento ai dipendenti pubblici, parlano di un sostanzioso pacchetto che li riguarda e che prevede, oltre al blocco del turn over, anche la proroga di un anno del congelamento degli aumenti contrattuali, nonché il taglio agli stipendi dei manager.

Sui tagli agli stipendi più alti le ipotesi sono due: o la riconferma del doppio taglio del 5 e del 10% disposta l’anno scorso ma con soglie di reddito ancora da definire (l’anno scorso era il 5% oltre i 90mila euro e il 10% sopra i 150 mila euro) o un’unica riduzione del 5% ma su unica soglia di reddito (si parla di 50mila euro, e in questo caso non sarebbero toccati soltanto i top manager).

Dopo le delusioni dello scorso anno, ci si attende maggiore equità della manovra.

Con 30.570 euro di stipendio medio annuo i dipendenti della scuola si collocano, insieme ai ministeriali e ai dipendenti regionali e degli enti locali, agli ultimi posti della graduatoria per le retribuzioni del pubblico impiego.

L’ulteriore congelamento del contratto peserebbe notevolmente sulle retribuzioni pubbliche più basse, come quelle dei dipendenti scolastici i quali hanno avuto per di più l’anno scorso – è bene che qualcuno se lo ricordi – l’azzeramento della progressione di carriera.

Interventi di razionalizzazione lineari sono i più facili da attuare, ma sono anche i più ingiusti.

Infine c’è l’interrogativo del blocco del turn over. Varrà anche per la scuola per la quale il decreto per lo sviluppo ha previsto, invece, un piano triennale di assunzioni per 65 mila unità?