Ma per l’edilizia scolastica i tempi sono biblici

Di questi tempi i 300 milioni per l’edilizia scolastica, previsti dal Consiglio dei Ministri di sabato scorso per i provvedimenti d’urgenza sono indubbiamente un segnale positivo da apprezzare, ma potrebbero rimanere, appunto, poco più di un segnale con pochi effetti immediati, nonostante la disponibilità di 100 milioni, pronta cassa come ha fatto capire il ministro Carrozza.

I tempi di attuazione degli interventi in questo settore sono incredibilmente lenti per la predisposizione delle opere prima ancora del passaggio operativo ai lavori veri e propri.

Lo ha denunciato il ministro nei giorni scorsi alle Commissioni istruzione di Senato e Camera nel corso della presentazione delle sue linee programmatiche.

“Ho analizzato anche la situazione dei finanziamenti per l’edilizia scolastica negli ultimi 10 anni: nonostante gli investimenti per l’edilizia scolastica da parte dello Stato siano stati insufficienti, ma non irrisori (circa 1900 milioni di euro), l’edilizia scolastica continua a presentare una situazione di estrema difficoltà. Dobbiamo allora pensare a cosa non ha funzionato. Ritengo che il sistema, contraddistinto da una molteplicità di attori e da una pluralità di linee di finanziamento, sia stato inefficace per i tempi troppo lunghi, non più sostenibili, per rendere spendibili le risorse stanziate e per aprire i cantieri.

Basti pensare che per il primo programma stralcio (delibera CIPE n. 32 del settembre 2010 per un totale di 358 milioni di euro) ad oggi sono state sottoscritte con gli enti locali beneficiari 1637 convenzioni per un totale di 349 milioni di euro e, dopo quasi tre anni, sono stati emessi dal Ministero delle infrastrutture pagamenti per complessivi 98 milioni di euro per avanzamento lavori”.

È pur vero che per la sicurezza i lavori non possono essere frettolosi, ma sulle procedure amministrative (progetti, bandi, delibere, ecc.) si dovrebbe fare meglio.