Ma l’opuscolo sulla riforma già scatena polemiche

Se l’iniziativa del ministro Moratti è certamente lodevole per sostenere “quel dialogo – ha scritto il ministro – che ho scelto come metodo di lavoro e che continuerò ad alimentare per tutto il processo della riforma”, ha suscitato invece molte perplessità il tempo scelto per questa iniziativa.
L’opuscolo presenta infatti una riforma che ancora non c’è, se non nella forma di un disegno di legge ancora tutto da approvare. La riforma del sistema d’istruzione, versione Moratti, è infatti ancora ai primi passi in Senato, non è stata valutata in sede referente dalla Commissione cultura e non è nemmeno arrivata in aula per la prima votazione. Poi ci sarà la Camera…. Potrebbe succedere tutto: testo emendato, modificato, integrato. I giochi sono tutti aperti, anche se la maggioranza è forte.
Moratti, nella presentazione dell’opuscolo, precisa, a dire il vero, che esso vuole essere solamente uno strumento di dialogo fino a quando il progetto non sarà completato, ma non vi è dubbio che, data soprattutto la massiccia forma di diffusione, costituisca un punto di riferimento molto determinato, senza contare che il “taglio” dell’informazione ha poco di ipotetico e sospeso. Riguardo alle prime fasi di attuazione (anticipi di iscrizione), ad esempio, viene specificato che “già nel 2002 sono assicurate le risorse” per la copertura finanziaria.
A questo punto il lancio di una riforma che non ha avuto ancora alcun assenso da parte del Parlamento rischia di rappresentare un’indebita pressione sugli stessi parlamentari (della maggioranza in particolare), ma soprattutto assume il sapore di una cosa fatta e finita, che lascia ben poco spazio a modifiche o variazioni. Una porta sbattuta in faccia a chi tuttora spera, all’interno della maggioranza e dell’opposizione (va in questa direzione ad esempio la relazione della scorsa settimana in commissione Istruzione del sen. D’Andrea della Margherita), in una soluzione bipartisan, o comunque più ampiamente condivisa.