Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Ma le scuole dell’infanzia di Milano l’hanno persa la parità?

Nel bel mezzo della polemica tra il ministero dell’istruzione e il Comune di Milano sull’esclusione dei figli di clandestini dalle scuole comunali dell’infanzia è calato, alcuni mesi fa, il cambio di legislatura che non ha consentito di chiarire se l’annunciata revoca della parità scolastica è stata formalizzata oltre che annunciata.

Cambiato il ministro e la maggioranza che lo sosteneva non c’era più ragione di continuare il braccio di ferro senza via d’uscita, tant’è che proprio nei giorni scorsi l’assessore comunale Moioli e il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia si sono ritrovati per studiare il crescente e continuo fenomeno delle immigrazioni e dei suoi effetti sulla scuola, convenendo sulle misure di intervento da concertare.

Peraltro, la polemica che era esplosa all’inizio dell’anno aveva probabilmente dissuaso molte famiglie clandestine dal tentare comunque l’iscrizione alle scuole comunali milanesi e alla fine il numero di iscritti era risultato piuttosto basso.

Tra i genitori clandestini i cui figli erano stati esclusi, una madre marocchina ha intentato causa al Comune di Milano che nei giorni scorsi è stato condannato a risarcire la donna con 250 euro. Nel provvedimento, di 28 pagine, il giudice ribadisce «il carattere discriminatorio» della circolare del Comune nella parte in cui subordina l’iscrizione alla scuola dell’infanzia del minore extracomunitario al possesso del permesso di soggiorno da parte dei genitori entro il 29 febbraio 2008. La mamma, in Italia da 15 anni, durante una gravidanza ha perso il lavoro di collaboratrice domestica e al momento dell’iscrizione non era più in possesso del permesso di soggiorno. L’11 febbraio, con un provvedimento d’urgenza, il giudice aveva accolto il ricorso, ordinando al Comune di Milano l’iscrizione della piccola alle liste per la scuola dell’infanzia. Ieri è stata depositata anche la sentenza di merito con cui il giudice ribadisce i concetti espressi nel provvedimento d’urgenza e in più stabilisce il risarcimento di 250 euro più gli interessi e le spese legali.

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