Ma la scuola sarà a pagamento? I timori delle famiglie

Da diverso tempo circola in molte scuole la convinzione che le attività scolastiche pomeridiane diventeranno a carico delle famiglie.
La notizia, anziché attenuarsi nel tempo, prende sempre più consistenza e sta diffondendosi incontrollata tra le famiglie, come dimostrano diverse assemblee scolastiche di queste giorni.
Va detto subito che di questa eventualità non vi è traccia né nella legge di riforma n. 53/2003 né nello schema di decreto legislativo prossimamente all’esame delle Camere.
Probabilmente l’origine di questa interpretazione risale ai documenti preparatori degli Stati generali del dicembre 2001, quando la legge non era stata nemmeno abbozzata. Nei primi documenti di studio si parlava di laboratori pomeridiani e facoltativi (300 ore all’anno) con possibilità di attivarne altri ancora oltre quel monte ore prefissato con possibile carico di spesa per le famiglie. Poi quel riferimento ai “corsi a pagamento” saltò e non apparse più né nei documenti degli Stati generali né in altri documenti ufficiali. Ma evidentemente quello studio ha lasciato un segno negativo che la legge e i provvedimenti successivi non sono riusciti a cancellare.
L’allarme sulla possibile modifica di tempo pieno ha favorito il consolidarsi di questa convinzione, diffusa anche tra i genitori dei bambini della scuola dell’infanzia. Lo slogan della scuola pubblica che si riduce a favore della privata ha fatto il resto.
E a stroncare questa leggenda metropolitana non è bastato neanche il pressante e continuo “battage” di campagne di informazione mediatiche e pubblicitarie messe in atto dal ministro Moratti per far conoscere la riforma del sistema scolastico.