Ma la scuola conta per Conte?

La scuola come la cultura non è evidentemente tra le priorità del nuovo Governo. Nel contratto per il cambiamento alla scuola è dedicato un paragrafo nella parte finale, nel quale – forse per evitare tesi contrapposte – gli obiettivi connessi all’azione dell’esecutivo non sempre risultano sufficientemente dettagliati e non vanno oltre, in diversi casi, ad impegni generici di massima.
Non di diverso tenore è stato il discorso del premier Giuseppe Conte svolto al Senato per la fiducia. Anzi, né la scuola né la cultura hanno avuto l’onore di essere trattate.

Altri argomenti più caldi, quali l’immigrazione e la mafia, sono stati, invece, trattati dal premier.
Forse il vuoto sulla scuola sarà colmato domani alla Camera quando Conte svolgerà nuovamente il suo discorso per la fiducia. Per il momento la scuola, ‘cenerentola’ politica, dovrà accontentarsi di quanto scritto nel contratto giallo-verde e di quanto il nuovo ministro Bussetti – atteso alla prova da oltre un milione di addetti del mondo scolastico oltre che da otto milioni di studenti e dalle loro famiglie – vorrà e potrà fare.

Gissi (Cisl): inquietante il silenzio di Conte sui problemi della scuola

La frase abusata potrebbe essere: un silenzio assordante! Non c’è altro modo per valutare il non detto, a proposito della scuola, dal nuovo premier, Giuseppe Conte, nel suo discorso a Palazzo Madama per la fiducia.

Anche la Cisl-scuola, in un breve comunicato, ha esternato tutta la sorpresa per la totale mancanza di riferimento ai problemi dell’istruzione e della formazione, come aveva fatto con immediatezza Tuttoscuola. 

Nemmeno una parola sulla scuola nel discorso programmatico del Presidente del Consiglio. Dimenticanza? Disattenzione? Deliberata esclusione? – dichiara Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola – Ci attendevamo che il suo intervento rimediasse al poco spazio riservato nel “contratto per il governo del cambiamento” ai temi dell’istruzione e della formazione, trattati peraltro in modo a dir poco generico. 

Non è andata così osserva sorpresa e sconsolata la Gissi oggi il silenzio è stato davvero totale. Inquietante. Sarebbe quanto mai opportuno, a questo punto, che un incontro col nuovo ministro avvenisse quanto prima: Bussetti conosce per diretta esperienza i problemi e le urgenze cui è necessario mettere mano, noi siamo pronti a discuterne, al ministro chiediamo di esercitare con forte determinazione e autorevolezza l’importante ruolo che gli è stato affidato, richiamando se necessario la dovuta attenzione dell’intero Governo sulla scuola e sui suoi problemi.

Turi: scuola fuori dai programmi. Un bene. Usciamo da overdose di riforme

“Abbiamo atteso il discorso programmatico del nuovo premier, Giuseppe Conte, per esprimere qualche considerazione che non fosse dettata da pregiudizio ideologico. Nel discorso del Presidente del Consiglio non ci sono particolari riferimenti alla scuola e anche il neo Ministro Bussetti, a cui va il nostro augurio di buon lavoro, ha solo parlato di dare dignità a chi lavora nella scuola. Probabilmente i due programmi, antitetici, tra lega e M5S,  non consigliano interventi particolari.
Ci sembra un bene –  sottolinea il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi –  visto che, a nostro parere, occorre consentire alla scuola di riprendere fiato dopo la overdose di riforme e di tagli degli ultimi venti anni”.

“Con il contratto appena firmato, opportunamente –  aggiunge  Turi –  abbiamo già posto modifiche alla legge 107 (che dovranno essere definite ulteriormente) e permesso, attraverso interventi di ripristino normativo, una ritrovata considerazione sociale e professionale ai lavoratori della scuola. Ci auguriamo che il nuovo ministro, che ben conosce problemi vecchi e nuovi del sistema scolastico, voglia perseguire la strada intrapresa”.

“Nel  congresso nazionale che abbiamo concluso nelle settimane scorse,  abbiamo definito una linea sindacale che interviene sulle motivazioni che devono (ri)dare dignità –  continua Turi – in primo luogo all’istituzione scolastica, che deve essere quella della Costituzione, statale laica e nazionale. La nostra attenzione è rivolta a valorizzare il ruolo di docenti,  Ata e dirigenti che sono, insieme ad alunni e famiglie, l’elemento costitutivo della comunità scolastica”.

“Proprio agli alunni e alle famiglie si deve pensare per ogni intervento – pone l’accento il segretario della Uil Scuola, evidenziando tra quelli più urgenti quello del precariato. Questione – aggiunge – che nell’immediato riguarda le ‘maestre magistrali’ che va risolta con un provvedimento ponte, urgente”.

“Retribuzioni, per le quali vanno definiti interventi finanziari mirati, e precariato, per il quale si può partire da un solo provvedimento – puntualizza Turi  – eliminare l’assurda ed anacronistica distinzione tra organico di diritto e di fatto: sono le misure che vorremmo suggerire. La seconda, in particolare, resa possibile dalla circostanza dell’alta denatalità che potrebbe rendere il sistema attuale instabile e non governabile, sia per il personale, che per gli alunni, per il loro diritto allo studio e alla continuità didattica”.