Ma la posizione dei DS sulla riforma Moratti è moderata o no?

Maurizio Tiriticco, attento lettore di Tuttoscuola, ci ha scritto una densa lettera di puntualizzazione nel merito di una notizia dell’ultimo numero di TuttoscuolaFOCUS (n. 131/228 del 16 gennaio 2006), il cui testo integrale pubblichiamo volentieri nel nostro sito www.tuttoscuola.com, insieme all’intervento di Giorgio Allulli, che ha preso spunto dalle lettera per fare interessanti considerazioni sulla bozza di programma sulla scuola dell’Unione.
Si tratta in particolare della notizia che apre la newsletter, intitolata “Verso le elezioni/1. Una sintesi difficile per Prodi“, che analizza le diverse posizioni che emergono nella coalizione di centro-sinistra a proposito dell’atteggiamento da assumere nei riguardi della riforma Moratti in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche. Tiriticco non condivide il nostro giudizio che la posizione assunta a questo proposito dai DS, e per essi dal suo responsabile scuola Andrea Ranieri, sia definibile “pragmatica e moderata“. Essa è invece, a suo avviso, “assolutamente negativa“, e “pertanto, sia la legge delega 53 che tutti i decreti delegati che ne sono seguiti, circolari applicative e documenti allegati vanno cancellati, sostanzialmente“.
Premesso che sarà meglio chiedere ai diretti interessati (chi meglio di loro può dire qual è la loro effettiva posizione?), e che noi come cronisti abbiamo solo cercato di interpretare le dichiarazioni fatte da esponenti diessini, una cosa si può dire: che forse il cuore della questione sta tutto nell’avverbio che conclude la frase: “sostanzialmente“. Se non ci fosse, la linea sarebbe analoga a quella del Comitato “Fermiamo la Moratti”, che è per l’abrogazione totale e immediata della legge n. 53, senza se e senza ma.
Invece Tiriticco esprime (giustamente, secondo noi) un punto di vista assai più articolato, partendo dalla considerazione che “in una società complessa, oggi, qualsiasi iniziativa legislativa si voglia assumere ed adottare, qualunque sia il governo in carica, questa non può che procedere per approssimazioni successive – se si può dir così – che si completano e si definiscono strada facendo una dopo l’altra, come un insieme di scatole cinesi“. E ancora “Un’abrogazione tout court di tutto un disposto normativo provocherebbe – e non solo in materia di istruzione – solo un vuoto, o un insieme di vuoti, a fronte dei quali l’unica certezza sarebbe soltanto… l’assoluta incertezza del diritto e del concreto quotidiano da farsi da parte di chi opera sul terreno!“.
Ecco, a noi questo sembra un punto di vista pragmatico e moderato, “sostanzialmente“, ça va sans dire. Ma è anche quello che pensano i DS?