Ma in Parlamento sulla scuola solo segnali di guerra

La scorsa settimana sono ripresi i lavori della commissione Istruzione del Senato. L’inizio della discussione in aula è slittato a giovedì 26, con le relazioni della maggioranza e della minoranza.
Dal 1° ottobre partirà il confronto vero e proprio, e non è da escludere che la minoranza ponga la pregiudiziale di costituzionalità del disegno di legge delega, anche se è inverosimile che l’iniziativa – a prescindere dalla fondatezza o meno della questione – possa fare breccia nel fronte della maggioranza.
L’atteso intervento del ministro Moratti – avvenuto dopo che per mesi l’opposizione ne aveva criticato l’assenza – non ha creato le condizioni per trovare un punto di equilibrio con gli orientamenti della minoranza. Insomma nulla cambia, si va in aula muro contro muro.
Facile prevedere, nonostante l’appello di Berlusconi, che ancora una volta le decisioni politiche saranno più il frutto della forza dei numeri che il risultato di un confronto aperto tra posizioni diverse.
Un’altra testimonianza che il Parlamento si limita a ratificare decisioni assunte altrove, anche su un tema così vitale per il Paese come la scuola.