Ma il decreto sui taxi colpisce anche le scuole?

Il contestato decreto Bersani non parla solamente di taxi, di notai e di avvocati, ma prevede anche altri interventi con accantonamenti di spesa riferiti a “unità previsionali di base“.
Il gergo burocratico contenuto nell’art 25 del decreto legge n. 223, nella sua genericità, non fa capire esattamente contenuti e intenzioni della disposizione e, proprio per questo, il sindacato Flc-Cgil si è trasformato in detective e, come riferisce sul proprio sito (www.flcgil.it), ha svolto un lavoro investigativo, andando a consultare le 70 pagine allegate al decreto e scoprendo, ad un primo esame, che vi è qualche sgradevole problema in vista anche per la scuola.
Con nostro sconcerto – riferisce il sindacato di Panini – la lettura degli allegati ci ha fatto scoprire che all’interno delle unità previsionali di base del MPI sono comprese anche quelle degli uffici scolastici regionali e delle istituzioni scolastiche…”.<br> Secondo le prime valutazioni sindacali, vi sarebbero per il prossimo quadriennio gravi restrizioni per le scuole statali (sembra invece che le scuole paritarie ne siano escluse) tanto che potrebbe essere messo in discussione lo stesso funzionamento dei servizi.
A questo punto il sindacato si prepara a chiedere con forza la modifica del decreto, non prima di avere meglio approfondito la questione e di aver informato gli iscritti sul dettaglio delle misure governative per la riduzione della spesa nel settore scolastico.
Il sindacato di Panini ricorda anche che ancora pochi giorni fa il ministro dell’Istruzione nelle sue dichiarazioni sui provvedimenti di contenimento della spesa pubblica aveva affermato che le scuole avevano “già dato“. Ma si sa, per i ministri dell’istruzione – ministri di “spesa” – la piena sintonia con i colleghi dell’Economia non è mai facile.