Ma dietro il ‘buon senso’ c’è un disegno politico

Certamente la politica scolastica sarà nei prossimi mesi un terreno di confronto tra le due anime della sinistra, quella riformista-moderata e quella massimalista-intransigente, in vista della predisposizione del programma elettorale con il quale l’attuale opposizione si proporrà all’elettorato in occasione delle prossime scadenze, fino alle elezioni politiche del 2006.

I “buonsensisti” ritengono che la partita si vincerà al centro, ma i loro competitori obiettano che il prezzo da pagare sarebbe troppo alto, perché metterebbe in crisi l’identità della sinistra, sporcando la sua “anima” laica ed egualitaria con compromessi – ritenuti inaccettabili – in materia di finanziamento della scuola non statale, doppio canale, maestro-tutor “prevalente”, revisione del modello storico del “tempo pieno”, tradizionale cavallo di battaglia della sinistra pedagogica e politica.

Su questi temi Rifondazione comunista ha proposto all’Ulivo di ingaggiare una battaglia congiunta in Parlamento anche attraverso la costituzione di un coordinamento permanente sui temi della scuola tra i rispettivi gruppi parlamentari.