Il M5S sull’Alternanza: vogliamo teste pensanti, non ragazzi da sfruttare

Con l’avvicinarsi delle elezioni, alle quali il Movimento 5 Stelle si presenterà da solo, in alternativa globale a tutti gli altri partiti, cresce anche per questa anomala formazione politica anti-sistema l’esigenza di darsi un programma che faccia capire in positivo – e non solo attraverso la radicale critica delle posizioni altrui – che cosa farebbe ove fosse chiamato ad assumere responsabilità di governo. Ci sta riuscendo?

Per quanto riguarda la scuola la pars destruens delle argomentazioni del M5S è sempre abbastanza chiara e precisa. L’Alternanza Scuola Lavoro, uno dei cardini della legge 107, contestata nei giorni scorsi da gruppi di studenti, viene sbrigativamente definita in una nota stampa del gruppo parlamentare della Camera “una pagliacciata che esprime esattamente l’idea di futuro che questi politici immaginano per i nostri ragazzi: abituarli allo sfruttamento sul lavoro fin da giovani”. 

Qual è la proposta alternativa del movimento creato da Beppe Grillo? Sembra di capire che consista nel ritorno a un modello educativo che si esaurisce tutto all’interno della scuola, dunque senza Alternanza Scuola Lavoro, ma che dia ai giovani “una formazione di qualità, che li metta nelle condizioni di affrontare la vita e il mondo del lavoro”. Un modello, precisa il documento, “che mette al centro lo studente e una didattica innovativa che sia al passo con i tempi. Un sistema di istruzione che dia prima di tutto strumenti cognitivi e capacità di pensare e ragionare”. Ottimi propositi come si vede, ma alquanto generici, e non troppo diversi da quelli che vengono enunciati dalla legge 107 in generale, e anche con riferimento alle esperienze di Alternanza Scuola Lavoro.

Ma “i partiti invece” (tutti, il M5S non fa distinzioni) “vogliono che dalle scuole escano giovani con una formazione mediocre, già asserviti a un modello di sfruttamento che per loro non preveda possibilità di crescita o di riscatto, ma briciole di cui accontentarsi”. Conclusione tranchant, in linea con un certo semplicismo riduzionistico proprio del M5S e che il clima da incombente campagna elettorale finisce per accentuare.

Manca, non solo da questa parte politica, la ricerca di dialogo, di ascolto. I problemi su come si sta sviluppando l’Alternanza nelle scuole non mancano. Il punto chiave sembra però quello di mettere in rete i progetti virtuosi, di sostenere le scuole e la formazione dei docenti, di seguire le aree dove l’industria e i servizi sono più deboli.

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