
Il 23 luglio di cinquanta anni fa, ospite a Roma della cognata Olga Wolff-Stomersee Biancheri, moriva Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un principe palermitano solitario e coltissimo, del tutto sconosciuto al mondo degli editori e dei letterati, un velleitario tardivo scrittore come ce ne sono migliaia. Due anni prima aveva scritto un romanzo ambientato nella Sicilia risorgimentale intitolato Il Gattopardo, che fino a quel momento non aveva trovato un editore.
Cinque giorni prima di morire Lampedusa ricevette a Roma la lettera di Vittorini che bocciava il Gattopardo: un romanzo un po’ troppo saggistico dal linguaggio vecchiotto. ”Come recensione non c’e’ male – commento’ il principe – ma pubblicazione niente”. Mesi dopo si fece vivo Giorgio Bassani, direttore per Feltrinelli della collana I contemporanei.
novembre del ’58 Il Gattopardo usci’ da Feltrinelli. Il successo fu immediato: 70.000 copie nei primi mesi che diventarono 400.000 in tre anni. La prima entusiastica recensione arrivo’ da Carlo Bo sulla Stampa. Sarebbe poi toccato a Luchino Visconti a dare nel ’62 la versione cinematografica con Claudia Cardinale e Alain Delon.
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