
Lopposizione divisa tra intransigenti e dialoganti
All’interno dell’opposizione “scolastica” all’attuale governo si stanno delineando con sempre maggiore chiarezza due posizioni diverse, per non dire contrapposte. La prima è quella degli “intransigenti”, che fa capo al pur mite ex ministro De Mauro, primo firmatario di un duro documento, nel quale si dice che “Noi non ci stiamo. Non accettiamo che giorno dopo giorno, decreto dopo decreto, calunnia o stupidaggine dopo calunnia o stupidaggine, le scuole, le università e la ricerca siano risospinte indietro, più indietro delle stesse leggi e condizioni del periodo fascista e di Giovanni Gentile”. Una critica che se colpisce in primo luogo l’attuale governo e maggioranza, non risparmia nemmeno l’opposizione, che “non sempre” è riuscita a contrastare adeguatamente questo comportamento della maggioranza.
La seconda posizione è quella dei “dialoganti”: di chi sostiene, come fa l’ex braccio destro del ministro Luigi Berlinguer Vittorio Campione in un articolo sull’ultimo numero della rivista “Italianieuropei”, diretta da Giuliano Amato e Massimo D’Alema, che sui grandi temi della riforma del sistema educativo e formativo occorre andare al di là degli schieramenti contrapposti, e cercare un terreno di dialogo costruttivo anche con l’attuale governo, impegnato nell’emanazione dei decreti attuativi della riforma Moratti, puntando su contenuti avanzati e strategie qualificate, di respiro europeo.
Non mancano, nell’analisi di Campione, accenti autocritici, riguardanti per esempio l’eccessiva accondiscendenza dei governi dell’Ulivo verso il conservatorismo dei fautori del liceo classico. Fu un errore, sostiene Campione, ma sarebbe autolesionistico non aiutare l’attuale ministro a non ripeterlo. “A dire solo no”, conclude Campione, “e a dirlo con motivazioni sbagliate, si resta isolati e si perde credibilità”. Frecciate a sinistra.
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