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L’Opera Nomadi chiede più diritti a Fioroni

L’abolizione della Bossi-Fini, politiche sociali adatte all’inserimento nel mondo del lavoro, l’accesso alla formazione scolastica e all’edilizia popolare. Queste le richieste che la comunità di Rom romeni in Italia rivolge al nuovo governo ed in particolare al nuovo ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero.

La piattaforma di proposte all’esecutivo Prodi è stata presentata nei giorni scorsi nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’Opera Nomadi e alla quale hanno partecipato rappresentanti Rom da tutta Italia oltre che il parlamentare di Rifondazione comunista e membro della Commissione Affari Sociali, Massimiliano Smergli. Secondo il presidente dell’Opera Nomadi, Massimo Converso, sono oltre mille i Rom che ogni mese arrivano in Italia dall’Est Europa, in particolare dalla Romania, Bulgaria e Moldavia. Un flusso verso l’Occidente che e’ cresciuto in maniera preoccupante, spiega Converso, principalmente per una pesante alluvione nella regione danubiana a maggiore presenza Rom e per un decreto del governo romeno sull’influenza aviaria che ha colpito un settore che consentiva ai nomadi di allevare pollame ed avere un minimo di autosufficienza.

Sarebbe quindi uno stato di estrema povertà e disperazione a spingere i Rom ad attraversare l’Europa in cerca di sopravvivenza in Italia E proprio per favorire l’inserimento nel tessuto sociale italiano che i Rom romeni chiedono politiche sociali che li aiutino a integrarsi, a trovare un lavoro, a godere dell’istruzione scolastica e di diritti di cittadinanza: “Chiediamo lavoro – spiegano i nomadi in un documento – per esempio licenze di commercio e mercati specializzati nella tradizione romani’ (piccolo antiquariato, usato, artigianato), l’inserimento guidato e incentivato nell’edilizia dov’erano specializzati in Romania, e nell’agricoltura”. “Al governo – aggiungono – chiediamo anche grande attenzione all’istruzione, chiedendo di coprire i costi della scolarizzazione dei nostri figli come sancito dal protocollo d’intesa tra Ministero dell’Istruzione e Opera Nomadi e di cui le Direzioni scolastiche regionali lamentano la mancanza di sostegno economico”.

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