Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Lombardia, stranieri che vengono, stranieri che vanno via da scuola

Dalla Lombardia giungono due notizie sui rapporti tra la scuola e gli alunni stranieri, di tenore differente, ma che sono la spia delle difficoltà di integrazione in un settore, quello scolastico, colpito dai provvedimenti di razionalizzazione della spesa pubblica.

Succede così che all’istituto superiore Mapelli di Monza, per le iscrizioni al prossimo anno scolastico sarà data la priorità agli studenti con carta d’identità estera.

La decisione è stata assunta dal Consiglio di Istituto con otto voti favorevoli su undici e tre astenuti su proposta del dirigente scolastico Antonio D’Alterio, che spiega così il senso della delibera: “In sostanza, a parità di meriti scolastici e di altre situazioni di carattere generale, la precedenza andrà agli studenti che non hanno la cittadinanza italiana. Non vogliamo fare discriminazioni al contrario. Più semplicemente, aumentando la percentuale di studenti svantaggiati sotto il profilo linguistico avremo la possibilità di accedere a finanziamenti regionali per far sostenere ai ragazzi dei corsi intensivi di italiano. In questo modo i professori non dovranno perdere tempo e i programmi saranno rispettati”.

Più alunni stranieri per ricevere i finanziamenti necessari, dunque. E sulla delibera sono piovute le non inimmaginabili ire da parte della Lega Nord.

La seconda storia, che invece ha suscitato critiche da parte del Pd, viene invece dalla scuola primaria di via Paravia in zona San Siro, a Milano. Questo istituto, che anni fa era passato alle cronache come una delle poche scuole elementari italiane con classi quasi interamente composte da figli di stranieri, torna sotto i riflettori, perché il prossimo anno scolastico non ci sarà nessuna prima: si sono iscritti 17 bambini, di cui 15 figli di immigrati e quindi non è stato raggiunto il numero minimo di 27.

Per Diana De Marchi, consigliere provinciale Pd, “questa scuola non deve essere svuotata e lasciata morire. La scelta del Comune di Milano di smistare i pochi iscritti in altre scuole non farà che impoverire il quartiere. Io sono dell’idea che al contrario quella scuola necessita di strumenti per continuare il suo lavoro e di sostegno all’impegno dei suoi straordinari insegnanti”.

Respinge questa accusa però l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano Mariolina Moioli: “Non stiamo parlando di alcun dimensionamento. La decisione di non attivare la prima classe della Scuola di Via Paravia è stata presa dal Ministero attraverso i suoi uffici provinciali e risponde ai criteri espressi dalle ultime manovre finanziarie. Parlare di dimensionamento è fuori luogo, nessuno ha mai parlato di accorpare questa scuola con un’altra”.

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