Lombardia, se i concorsi per gli insegnanti diventan locali…

La Cgil funzione pubblica dice no a concorsi fatti dalle scuole per scegliere gli insegnanti e attacca la Regione Lombardia che su questo ha inserito una norma (visibile a questo link, tratto dal sito della Flc Cgil Lombardia, con note esplicative della medesima) nel progetto di legge sullo sviluppo.

Secondo il sindacato, si tratta infatti di “un atto arrogante, secessionista e incostituzionale“, dato che il sistema nazionale di istruzione “è uno dei capisaldi” della Carta. E il titolo quinto della Costituzione (quello che definisce le competenze dei diversi enti) non riguarda il reclutamento dei docenti.

Il progetto di legge della Regione sullo sviluppo dà la possibilità “alle istituzioni scolastiche statali” di organizzare “concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali“. E alla selezione è ammesso “il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico“.

Anche le motivazioni della Regione secondo il sindacato sono “assurde“. “La nota di accompagnamento riportata in calce – sottolinea in un comunicato – ne esplicita le assurde ragioni: ‘La proposta consente alle scuole statali di reclutare il personale docente con un concorso di istituto che realizza l’incrocio diretto fra domanda e offerta. Si tratta di una forma di valorizzazione dell’autonomia scolastica legata al progetto didattico di ciascun istituto’”.

Per questo, la Flc Cgil chiede di stralciare la norma dal progetto di legge sullo sviluppo e chiama a raccolta “tutte le organizzazioni sindacali e di categoria di rifiutare la proposta e adoperarsi per iniziative comuni di contrasto“.