L’okkupazione ben temperata del liceo Tasso di Roma

Patteggiare con gli studenti sulle forme di occupazione della scuola? Sulla durata, sulle attività alternative da svolgere? Sul “comportamento” (parola chiave della riforma Moratti) che gli allievi devono tenere quando la scuola è occupata? Qualche preside ci ha provato anche in passato, ma in modo empirico, talvolta con scarsa convinzione, magari per venire incontro alle richieste dei genitori.
Ora invece questa strategia di “cogoverno” del fenomeno che da più generazioni di studenti investe invariabilmente gli autunni della scuola italiana viene rilanciata dal nuovo dirigente scolastico di uno dei più illustri licei classici di Roma, il Tasso. Anzi, per la verità, quella che viene offerta agli studenti dal preside del liceo, Mario Rusconi, è la sostituzione della tradizionale occupazione autogestita dagli studenti con “la settimana della didattica flessibile: workshop, dibattiti, convegni, seminari e gruppi di studio su temi e argomenti scelti insieme da professori e studenti”.
Insomma, una specie di terapia omeopatica legalizzata per fronteggiare l’illegalità delle occupazioni: la proposta fa parte di un “Manifesto per una scuola europea” che il prof. Rusconi sta elaborando, con l’intenzione di condividerlo con i suoi colleghi. Se la proposta fosse accolta, e magari inserita nel POF, la settimana potrebbe essere considerata persino valida ai fini del computo delle presenze degli allievi, che il decreto legislativo sul secondo ciclo stabilisce in almeno il 75% del totale. Se però gli allievi insistessero sull’occupazione “unilaterale” e autogestita della scuola, si dovrebbe ristabilire la legalità: cioè, sembra di capire, far intervenire le forze dell’ordine. Come ha fatto il sindaco Cofferati a Bologna…