Lo sviluppo della scuola non si fa con il silenzio informativo

Restare in questa condizione comporta il pericolo di un consolidamento della diffusa stanchezza con la quale vengono accolte parole, manovre e tagli. Si muova quindi la classe dirigente amministrativa per voltare pagina, per recuperare condizioni di coinvolgimento di tutti coloro che a diverso titolo e ruolo operano nella scuola e per la scuola, valorizzandone gli apporti.

I numeri non dicono tutto, naturalmente, e non bastano per formulare giudizi sulle politiche formative messe in campo dal governo di turno. Però quando sono completi e riguardano realtà di grandi dimensioni, consentono di ricavare una approfondita “radiografia” del sistema educativo e lasciano poco spazio alla discrezionalità di giudizio.

Rimuovere i filtri informativi è importante non solo per la politica ma anche per la scuola. Senza una puntuale informazione appare impossibile stimolare quella consapevolezza responsabile che può fare anche accettare tagli di organico, di bilancio, stimolando al contempo ad agire per la crescita e lo sviluppo della qualità del sistema scolastico.

Ciò è ancora più urgente nel momento in cui la Pubblica Amministrazione è oggetto di complessi processi di innovazione in attuazione del D.Lgs. 150 del 2009, che pone al centro dell’attenzione il cittadino e la trasparenza dell’Amministrazione nei suoi confronti. Sarebbe il caso, in primis per il bene della scuola stessa, che il Ministero riprenda con regolarità a diffondere tutte quelle informazioni che possano consentire un dibattito, anche acceso, ma comunque costruttivo e basato sui dati effettivi per dare risposte ai grandi problemi che investono oggi la scuola.