
I primi dubbi li aveva sollevati la senatrice Bastico. C’era forse l’intenzione del Ministero di individuare attraverso la mancanza del codice fiscale i ragazzi clandestini che si preparavano all’esame di maturità?
Il codice fiscale era stato richiesto dal Miur a tutte le scuole per registrare l’andamento dei prossimi esami di Stato, ma a Napoli un dirigente scolastico aveva dato proprio l’interpretazione temuta dalla Bastico, preparandosi a non ammettere all’esame (o, peggio, ad escludere forse dalla scuola) una ragazza ucraina priva del permesso di soggiorno.
È arrivato però puntuale il chiarimento del ministro Gelmini che con un comunicato ha precisato: «La raccolta del codice fiscale degli studenti è una funzionalità contenuta nell’Anagrafe degli studenti, iniziata nel 2005/06 e proseguita da tutti i governi che da allora si sono succeduti. Nel caso in cui uno studente fosse, per qualsiasi motivo, sprovvisto del codice fiscale, verrebbe semplicemente escluso dalla base informativa del Ministero, senza alcuna conseguenza per la sua privacy né per la sua possibilità di sostenere l’esame di Maturità».
La studentessa ucraina ed altri studenti privi di permesso di soggiorno potranno regolarmente sostenere l’esame di Stato. Gli esiti delle loro prove non verranno inseriti nelle risultanze finali che il Ministero si prepara a raccogliere.
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