Lo sboom delle nascite e gli effetti sulla scuola

Analizziamo i dati e le proiezioni su nuovi nati, classi e organico elaborate da Tuttoscuola.

Cinquant’anni fa, in pieno boom economico, l’Istat registrava nel 1964 quasi un milione di nascite all’anno (esattamente 990.441).

Nel Rapporto annuale dell’Istat, pubblicato nei giorni scorsi, risulta che nel 2012 le nascite si sono quasi dimezzate, scendendo a 524.021. E, dai primi dati ufficiosi, risulta un ulteriore calo di nascite di circa 9 mila unità anche nel 2013, nascite che si attestano intorno alle 515mila unità.

Di questo passo, è probabile che nel 2014, a causa soprattutto del perdurare della crisi, le nascite complessive possano scendere sotto il mezzo milione, attestandosi ai valori demografici registrati prima dell’ultima guerra.

I primi effetti di questo “sboom” demografico si faranno sentire sulla scuola, a cominciare in particolare, da quella dell’obbligo.

Per il prossimo anno scolastico, quando nella primaria siederanno sui banchi in prima i nati nel 2008, l’onda di magra non sarà ancora arrivata e anzi, per l’ultima volta, vi sarà un aumento di alunni, ma poi negli anni successivi tutto sarà in discesa con contraccolpi sul numero delle classi e sugli insegnanti da utilizzare.

Ma le variazioni demografiche avranno andamenti diversi: saranno accentuate, ad esempio, nelle regioni del Nord Est e abbastanza contenute in quelle del Centro.

Tuttoscuola ha esplorato da vicino quei dati delle nascite con particolare attenzione alle regioni oggetto delle rilevazioni da parte del Miur. Non sono stati pertanto considerati i nati nelle province di Trento, Bolzano e Valle d’Aosta. I nati 2008 (obbligati a scuola dal prossimo settembre) sono 553.457; i nati 2013 (in obbligo scolastico tra cinque anni) saranno 504.148. Nel prossimo quinquennio, dunque, verranno a mancare nelle scuole statali 49.309 alunni con un decremento medio di circa il 9% (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_636-1.docx).